Scuola invasa da bandiere Lgbt, liceale replica affiggendo versi della Bibbia: il preside la sospende

16 Mar 2019 15:13 - di Bianca Conte

La scuola è tappezzata di bandiere Lgbt: il credo lesbo-gay-bisex-trans e tutte le sue derivazioni socio-filosofiche possibili sono omaggiati, rispettati, celebrati e accreditati in un istituto dell’Ohio dove, in barba al libero pensare e al democratico principio del contraddittorio tra interlocutori diversi, il pensiero uno omosex ha messo all’angolo il principio stesso della dialettica ideologica. Altrimenti, come definire e commentare quanto accaduto all’intraprendente Gabby Helsinger, studentessa della Lebanon High School, in Ohio, che al vessillo Lgbt disseminato ovunque negli spazi del suo liceo, ha contrapposto la diffusione massiccia e capillare di versetti della Bibbia disseminati in aule e corridoi dello stesso istituto, salvo poi venire aspramente ripresa e immediatamente sospesa dal preside?

La scuola è invasa da bandiere Lgbt, la studentessa replica affiggendo versi della Bibbia

Una storia al contrario dove citare brani del testo sacro per eccellenza diventa trasgressivo e in quanto tale va punito, mentre promulgare iconografia e iconologia del credo gender e utilizzare spazi istituzionali per promuovere e diffondere le  le sue politiche una prassi, a quanto se ne ne deduce da questa curiosa vicenda, inalienabile e inattaccabile, sotto tutti i profili possibili e immaginabili. E a sperimentarlo nella pratica, e a sue spese, è stata proprio la giovane e indomita guerriera del politicamente corretto a 360 gradi Gabby Helsinger che, quando ha visto il suo istituto tappezzato di bandiere di un’associazione arcobaleno ha capito di non potere e di non volere rimanere indifferente, tanto che, come da lei stessa spiegato in un lungo video postato su Facebook, ha «sentito il bisogno di trascrivere alcuni versetti della Bibbia, in modo da poterli affiggere in giro per la scuola». Peccato che la sua iniziativa non abbia incontrato il favore della dirigenza scolastica, anzi, che non sia proprio andata giù al preside che, animato dal sacro fuoco della reprimenda ad hoc, l’ha subito rigorosamente sospesa, comunicando alla ragazza il provvedimento con una lettera in cui, a giustificazione della decisione presa, vengono additati generici motivi di «maleducazione e mancanza di rispetto».

Il preside sanziona l’iniziativa sospendendola: la propaganda è lecita solo se arcobaleno?

Ma verso chi? Ma naturalmente verso l’associazione arcobaleno che aveva ricoperto le pareti scolastiche con i vessilli Lgbt e che la povera Gabby, scrivendo i versetti della Bibbia, avrebbe in qualche modo preso di mira e offeso. E così, un curioso doppiopesismo – ben noto non solo oltreoceano, ma drammaticamente in voga anche da noi, secondo cui propagandare le istanze arcobaleno viene recepito quasi come un dovere socio-culturale se non legittimo, quanto meno doveroso, mentre con il diffondere precetti religiosi cristiani si rischia quasi di sconfinare nell’eresia deprecabile e oscurantista –; e il rispetto della filosofia e simbologia Lgbt, garantito con la severa punizione inferta a chi, imperdonabilmente, ha recato onta mettendoli accanto a versetti della Bibbia, sono garantiti. Perché da tutta questa storia un dato è certo ed emerge chiaramente: la propaganda è lecita – e dunque praticabile – solo se è arcobaleno…

 

 

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