Renzi si propone come leader europeo anti-sovranista. E un fedelissimo rivela: «Sogna ancora Palazzo Chigi»

22 Mar 2019 11:32 - di Leo Malaspina

Lo ha confidato due giorni fa al suo amico Macron, nell’incontro parigino svoltosi a dispetto della leadership di Nicola Zingaretti. Matteo Renzi aspira a fare il leader europeo del fronte anti-sovranista e avrebbe chiesto sostegno al presidente francese, rinnegando le politiche di rigore sull’immigrazione non solo portate avanti da questo governo ma anche quelle del governo Gentiloni, con critiche rivolte all’ex ministro degli Interni Marco Minniti. Secondo un retroscena di Repubblica, Renzi avrebbe invitato Macron a “stracciare gli accordi con la Libia – che tanto avevano irritato la Francia – perché non ci può essere alcuna forma di collaborazione con chi è corresponsabile di queste crisi umanitarie”. Sullo sfondo, il progetto politico che con l’aiuto degli altri leader europei vedrebbe Renzi impegnato ad acquisire una leadership sul campo contro il patto di Visegrad, anche a costo di penalizzare ulteriormente l’Italia, ancor più di quanto era accaduto durante il suo governo, sul fronte del controllo dell’immigrazione.

I piani di Renzi, alla fine, nei suoi desiderata, lo porterebbero poi di nuovo a Palazzo Chigi, come rivela uno dei suoi fedelissimi. «Renzi è un leader e lo sarà ancora. Penso che un giorno si giocherà le sue carte per tornare a Palazzo Chigi. La grande scommessa di Zingaretti è capire che il Pd ha bisogno di tante leadership. Ha più frecce e le deve usare tutte. Per non ripetere il tragico errore del vecchio centrosinistra soffocato dai personalismi. Anche per questo noi siamo e resteremo nel Pd», dice Luca Lotti in un’intervista a La Repubblica. «Adesso -aggiunge- tutti, renziani o non renziani, dobbiamo cercare di cogliere il segnale di unità che arriva dalle primarie. Ma io rivendico con orgoglio tutto quello che abbiamo fatto quando nel Pd guidavamo noi. Il Giglio magico era semplicemente un gruppo di persone che ha lavorato insieme e bene. È stato un periodo bellissimo». Bellissimo per loro, un po’ meno per gli italiani.

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