Nuova Zelanda, attacco in due moschee: decine di morti. La strage trasmessa in live
Terrore in Nuova Zelanda. Due moschee sono state prese d’assalto: 49 le vittime e almeno 27 i feriti. Le due sparatorie sono avvenute alla moschea Masiid al Noor nel centro di Christchurch e alla moschea di Masjid, nel sobborgo di Linwood. Come in un videogame, un bianco di 28 che faceva parte del commando terroristico si è filmato in diretta Facebook per 17 minuti con una minitelecamera su un elmetto mentre con la sua auto raggiungeva la moschea Al Noor in Deans Avenue a Chritschurch, la città più importante dell’Isola del Sud della Nuova Zelanda, il cui centro è ancora segnato dalla zona rossa dopo il terribile terremoto del 2011. La premier neoelandese in conferenza stampa ha parlato di terrorismo. Quattro le persone arrestate finora, tra cui il “cameraman”. Su uno dei caricatori di uno dei killer c’è il nome di Luca Traini.
Arrestato il “cameramen” della strage
La polizia australiana ha intanto identificato Brenton Tarrant, 28enne nato in Australia, come l’uomo che ha pubblicato sui social una sorta di rivendicazione degli attacchi, intrisa di ideologia di estrema destra anti-Islam ed anti-immigrati. Tarrant con la GoPro sull’elmetto ha ripreso ogni istante del suo assalto, spesso commentando le sue azioni. Immagini trasmesse in diretta Facebook poi rimosse dai tecnici del social. Attacchi che “non cambieranno i nostri valori” ha detto la premier Jacinda Ardern, sottolineando che i neozelandesi li «condannano e rifiutano nel modo più netto». La Nuova Zelanda, ha aggiunto, è un Paese fondato su «diversità, gentilezza, compassione: una casa per chi condivide questi valori e questi valori vi assicuro non saranno scossi da questi attacchi».
Il testimone
Al momento della sparatoria vi erano diverse centinaia di persone nella moschea di al Noor per la preghiera del venerdì: un testimone ha descritto l’assalitore come un uomo bianco, biondo, che indossava un elmetto e giubbotto anti-proiettile ed era armato con un fucile automatico. Subito dopo la sparatoria, la polizia ha messo in stato di allerta tutta la città chiudendo le scuole e l’ospedale, che ha annullato tutti gli appuntamenti.
Secondo quanto riporta il sito “Stuff.co.nz”, sui caricatori delle armi usate per la strage era stato inciso il nome di Luca Traini, 28enne di Tolentino autore della sparatoria contro gli immigrati avvenuta a Macerata il 3 febbraio 2018 e per cui è stato condannato a 12 anni di carcere. Tra gli altri nomi anche quello di Alexandre Bissonette, 29enne che nel 2017 uccise sei persone in una moschea di Quebec City.
Premier neozelandese
«Molte delle persone colpite da questo atto di estrema violenza saranno della nostra comunità di migranti e rifugiati. La Nuova Zelanda è la loro casa, dovrebbero essere al sicuro» ha detto ancora la premier neozelandese, definendo gli attacchi «uno straordinario e senza precedenti atto di violenza». Si tratta di uno dei “giorni più tristi” per il nostro Paese, ha aggiunto la premier, annunciando una riunione di emergenza con le agenzie di sicurezza nazionale a Wellington.
Il capo della polizia, Mike Bush, ha lodato “il grande coraggio” degli agenti che hanno arrestato i sospetti, fermati a bordo di auto dove erano stati montati diversi ordigni esplosivi improvvisati. «Non dobbiamo presumere che il pericolo sia passato» ha aggiunto, suggerendo la possibilità che vi possano essere altri componenti del gruppo. E ha poi esortato a non condividere il video dell’assalto, che “non dovrebbe essere di pubblico dominio”. Per questo le autorità stanno facendo di tutto per rimuoverlo, anche con la collaborazione dei social media.