Non solo Tav: il “bubbone” infrastrutture pronto a esplodere. Ecco le 30 grandi incompiute

9 Mar 2019 14:17 - di Viola Longo

Non c’è solo la Tav. L’elenco delle grandi opere ferme al palo è lungo e, ora che la Torino-Lione ha così prepotentemente riacceso i riflettori sul tema, la questione promette di esplodere come un bubbone. Da tempo amministratori e operatori del settore lamentano l’immobilismo del governo, ma ora hanno tutta l’aria di essere pronti al salto, portando le rivendicazioni allo scontro aperto con il governo. Non solo, dunque, le “madamine” torinesi, che hanno guidato il movimento “Sì Tav”. Ma un’alleanza trasversale tra cittadini, categorie produttive, sindacati e forze politiche che non si arrendono all’«ideologia della decrescita folle e sconfitta dalla storia», come l’ha definita Giorgia Meloni, postando sulla sua pagina Facebook l’elenco delle grandi incompiute.

Meloni: «Inchiodati all’ideologia della decrescita folle»

«Non solo la Tav: ecco le 30 principali grandi opere ferme in Italia. Siamo una nazione inchiodata al palo da un’ideologia della decrescita folle e sconfitta dalla storia, che accomuna sinistra e Movimento Cinque Stelle», ha scritto la leader di FdI, pubblicando l’elenco elaborato dall’Ance, l’Associazione nazionale costruttori edili, che per smuovere le coscienze civili e politiche ha anche creato un apposito sito: sbloccacantieri.it. Il sito non solo denuncia direttamente lo stallo delle grandi opere pubbliche italiane, ma invita i cittadini a mandare segnalazioni e foto su «infrastrutture, edifici pubblici e territori che necessitano di interventi urgenti di manutenzione e messa in sicurezza». «Paese da codice rosso. Tutto bloccato: infrastrutture al collasso, manutenzioni assenti, opere incompiute, cantieri che non partono», si legge in apertura della pagina, che offre una mappatura dettagliata e suddivisa regione per regione del drammatico stato dell’arte. È un lungo elenco, nel quale spiccano le 30 grandi opere “rilanciate” anche da Meloni. Sono quelle che superano i 100 milioni di euro, per un importo complessivo di quasi 36 miliardi e mezzo. Si tratta con tutta evidenza di un patrimonio enorme, sia dal punto di vista strategico sia da quello dei risvolti occupazionali ed economici immediati. La Tav è solo una delle 30 voci, che vanno dalla realizzazione della Gronda di Genova alla tratta Telese-San Lorenzo della Napoli-Bari, dalla tangenziale Verona-Vicenza-Padova all’autostrada Roma-Latina, coinvolgendo praticamente tutte le regioni italiane.

Le infrastrutture, una bomba pronta a esplodere

Una bomba, si diceva, pronta a esplodere. E a farlo in tempi brevissimi: per il 20 marzo sono attesi a colloquio con il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, 600 fra amministratori, associazioni di categoria, sindacalisti, consiglieri e assessori regionali dell’Emilia Romagna. Praticamente tutti i soggetti attivi della Regione, senza distinzioni di appartenenze, che oggi hanno lanciato il loro avvertimento con una manifestazione pubblica al Palazzo dei Congressi a Bologna. «Sappiano, il ministro e il governo, che non accetteremo, in nome di una convocazione, di stravolgere i progetti che abbiamo in mente di realizzare», ha spiegato Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia Romagna e della conferenza delle Regioni, facendosi portavoce delle istanze di tutto il territorio e riferendosi al Passante di Bologna, alla bretella Campogalliano-Sassuolo e all’autostrada regionale Cispadana, tre grandi opere del territorio arenate e a loro volta citate nell’elenco delle 30.

 

Commenti

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  • Carlo Cervini 11 Marzo 2019

    Non è che per caso i finanziamenti delle altre grandi opere esistano solo sulla carta ? Si stanziano miliardi con la bocca per fini elettorali, poi i pagamenti reali vengono a rate e con lustri di ritardo. Lo si è visto con il crollo del ponte di Genova, ci dovevano essere 2 miliardi accantonati per le gravi emergenze, poi, 10 giorni dopo, sono apparsi solo 50 milioni reali per i primi soccorsi, solo sufficienti per bere il caffè.

  • Alfio Bonacchi 10 Marzo 2019

    CREDO CHE IN ITALIA CI SIA UNA TELENOVELA CHE DURA DA 70 ANNI.
    Ogni nuovo governo incolpa il precedente e avvia nuovi lavori che regolarmente restano incompiuti.
    Ogni politico che stato al governo si é riempito le tasche e si preparato una consistente pensione fregandosene allegramente dei cittadini onesti che hanno lavorato una vita e ora vivono con penzioni da fame.
    La lista di queste grandi opere non é
    sicuramente nata ora, certo é che questo governo non é diverso dagli altri e la telenovela continua.
    Si dovrebbero vergognare a presentarsi in televisione e soprattutto continuare a coprirsi di cacca da uno all’altro davanti agli Italiani stanchi di baggianate e promesse sterili che non ci porteranno da nessuna parte.
    La devono finire di giocare sui social alle nostre spalle.
    VERGOGNAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

    • Francesco Storace 10 Marzo 2019

      Comunque non è vero quel che scrivi su “ogni politico”

  • Bruno de Prato 10 Marzo 2019

    L’Italia è un paese il cui sviluppo razionale ed armonioso è stato bloccato per anni dai cretini, Verdi e simili, che si sono attaccati a tutti i pretesti e cavilli per bloccare lo sviluppo di una rete stradale che assicuri movimenti rapidi e sicuri per uomini e merci. E i cretini avevano l’appoggio delle amministrazioni rosse, le stesse che adesso strillano contro la politica del governo. Fossero stati più leali verso il paese forse saremmo un passo più avanti e adesso quelle loro pugnalate al sistema-nazione le paghiamo ancora più care perchè i cretini sono al governo. La lista stilata dell’Onoevole Meloni è giusta e mi permetto di completarla allungando l’autostrada Cremona-Mantova a Milano-Cremona-Mantova-Ferrara, una arteria che vivificherebbe aree di notevole potenziale produttivo e alleggerirebbe il traffico della A1. Poi sarebbe bene pensare anche ad un tangenziale esterna a Milano, solo autostradale, in modo che l’attuale serva solo il traffico locale. Non voglio dilungarmi sulla esigenza di potenziare la rete ferroviaria merci, il favore agli Agnelli l’abbiamo già pagato e adesso sarebbe ora di ridurre il numero dei TIR in circolazione. Comunque complimenti all’Onorevole Meloni per l’intervento al CPAC, il posto giusto dove riunire i veri conservatori, senza saluti romani e altre scemenze del genere, non significano più niente. E’ la Destra Americana il riferimento per tutti i conservatori.

    • Francesco Storace 10 Marzo 2019

      Tutto giusto tranne la parola scemenze. Non esageriamo per favore