Nardi e Ballard sono morti, individuati i corpi. Saranno lasciati sul Nanga Parabat
«Siamo affranti dal dolore; vi comunichiamo che le ricerche di Daniele e Tom sono concluse. Una parte di loro rimarrà per sempre al Nanga Parbat.
Il dolore è forte; davanti a fatti oggettivi e, dopo aver fatto tutto il possibile per le ricerche, dobbiamo accettare l’accaduto».
Così, sul profilo Facebook dell’alpinista di Sezze Romano, il team e gli amici, confermano quelle che sono le parole dell’ambasciatore italiano in Pakistan, Stefano Pontecorvo, sul suo profilo Twitter: ««Con grande dolore informo che le ricerche di Daniele Nardi e Tom Ballard sono terminate visto che Alex Txikon e la sua squadra hanno confermato che le sagome viste sul Mummery a circa 5.900 metri sono quelle di Daniele e Tom».
I corpi sono stati trovati poco sopra il Campo 3, Nardi e Ballard stavano scendendo dal Campo 4 al Campo 3 quando, forse, sono stat travolti da un valanga che li ha trascinati più in giù.
Le sagome dei due alpinisti erano state inizialmente individuate sul Nanga Parabat il 7 marzo scorso attraverso un telescopio piazzato a metà strada tra Base Camp e Camp 1 dopo che i soccorritori a terra avevano dovuto desistere la ricerca sul terreno innevato a causa delle numerose valanghe che continuavano a scaricarsi sull’area perlustrata, considerata, per questo, ad altissimo rischio.
Uno degli alpinisti che ha partecipato alle ricerche ha poi spiegato che «il motivo per cui i corpi non potevano essere identificati da Camp 1 era che il campo era troppo vicino allo sperone Mummery» del Nanga Parabat «e i corpi erano dietro uno sperone roccioso. I corpi potevano solo essere identificati visivamente allontanandosi dallo Sperone Mummery e guardando quel punto da una diversa angolazione».
Altre foto scattate da Alex Txikon mostrano anche i fissaggi delle corde attorno ai corpi.
Nella foto, cerchiata di rosso, si vede il corpo di Daniele Nardi con la giacca a vento arancione, riverso sulla neve, e, più sotto, con la giacca azzurra, il corpo di Tom Ballard con accanto la tenda dei due.
«Data la posizione attuale dei corpi – spiegano gli alpinisti del soccorso – qualsiasi missione per recuperare i corpi sarebbe uno sforzo estremamente pericoloso. Il tempo è cambiato con l’aumento della temperatura che si traduce in più valanghe al giorno. L’area tra Camp 2 e Camp 3 è soggetta a valanghe» e recuperare i corpi «comporterebbe un enorme rischio per qualsiasi squadra. Sfortunatamente non sarà possibile prima della prossima stagione invernale».
«Ringraziamo Alex, Ali, Rahmat e tutta la squadra di soccorso, le autorità pakistane e italiane, i giornalisti, gli sponsor, tutti gli amici che hanno dimostrato tanta collaborazione e generosità – scrive il team sul profilo Facebook di Daniele Nardi – La famiglia ricorda Tom come competente e coraggioso amico di Daniele. A lui va il nostro pensiero».
«Daniele – prosegue il ricordo – rimarrà un marito, un padre, un figlio, un fratello e un amico perso per un ideale che, fin dall’inizio, abbiamo accettato, rispettato e condiviso. Ci piace ricordarti come sei veramente: amante della vita e delle avventure, scrupoloso, coraggioso, leale, attento ai dettagli e sempre presente nei momenti di bisogno».
«Ma soprattutto – conclude il team dello scalatore pontino – ci piace ricordarti con le tue parole: “mi piacerebbe essere ricordato come un ragazzo che ha provato a fare una cosa incredibile, impossibile, che però non si è arreso e se non dovessi tornare il messaggio che arriva a mio figlio sia questo: non fermarti non arrenderti, datti da fare perché il mondo ha bisogno di persone migliori che facciano sì che la pace sia una realtà e non soltanto un’idea…vale la pena farlo».