Mennuni: il reddito di cittadinanza va sostituito con il reddito di natalità

6 Mar 2019 14:39 - di Redazione

«L’Italia è in una condizione di grave emergenza. Ha il più basso tasso di natalità a livello europeo e la storia, oltre a tutti gli indicatori, dicono che una nazione che non fa figli è destinata a morire». Ad affermarlo sono Lavinia Mennuni, consigliere di Roma Capitale, Flaminia Camilletti (Responsabile di Mamme d’Italia), Maria Molinari (presidente Associazione culturale  Hermes 2000) Giovanna Sorbelli (Presidente di Eudonna) Fabrizio Lastei, portavoce di Militi Christi. «All’Italia non servono iniziative assistenzialistiche a pioggia quali il reddito di cittadinanza ma serve investire su famiglie e imprese. In particolare occorre un sostegno forte alle famiglie quelle che ci sono e che faticano ad arrivare a fine mese e quelle che ancora non ci sono perché manca la possibilità di affrontare la difficoltà di mettere al mondo un figlio in questa epoca di incertezza».

“Il reddito di natalità è fondamentale”

«Non è solo una questione di alta politica – aggiungono – ma un tema economico perché vi è una indiscutibile contrazione che deriva da una popolazione che invecchia, non si rinnova e che non ha giovani dalle forti spalle che possano fare da architrave di sostegno dello Stato. Ogni popolo che ha rinunciato a sostenere la vita è decaduto. Noi vogliamo fermare questa deriva e riteniamo che sia una priorità di tutte le agende istituzionali.
Per questo siamo in piazza per far partire una grande mobilitazione per chiedere al governo il reddito di natalità». Il pacchetto di misure volte a sostenere concretamente la natalità prevede:

1. un assegno mensile per ogni figlio nato fino al compimento del 18° anno di età, oltre ad una serie di detrazioni fiscali per le famiglie numerose;
2. la defiscalizzazione parziale per le imprese che assumono donne in età fertile;
3. la defiscalizzazione totale per le imprese che si riconvertono con modulazione dell’orario e dell’organizzazione del lavoro per venire incontro alle donne già assunte con bimbi piccoli o figli in età scolare;
4. la gratuità del sistema scolastico dell’infanzia;
5.  gli incentivi per l’acquisto di generi alimentari e sanitari per l’infanzia;
6.  la creazione di figure professionali di sostegno per le famiglie numerose.
«In questo modo – concludono – l’Italia come già avvenuto in Francia, oltre ai benefici anche economici di una nazione popolosa, nel breve periodo avrà modo di rilanciare un’economia specifica alimentata dalle misure per la natalità con benefici per le imprese, per l’occupazione e il benessere delle famiglie».

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