Mafia a Trapani: in manette Paolo Ruggirello, ex deputato regionale del Pd
Promesse in cambio di voti, con la benedizione di Cosa Nostra. Maxiblitz antimafia nel trapanese dove i Carabinieri hanno arrestato 25 persone, tra cui l’ex deputato regionale siciliano del Pd Paolo Ruggirello. Oltre 200 Carabinieri del Comando Provinciale di Trapani sono impegnati, in queste ore nell’arresto, in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Palermo, su richiesta della
Dda di 25 appartenenti a Cosa Nostra trapanese per associazione mafiosa, scambio elettorale politico mafioso, estorsione, danneggiamento e altro. L’operazione disarticola il mandamento mafioso di Trapani e permette, per la prima volta, di individuare l’articolazione di Cosa Nostra di Favignana. Oltre ai vertici del mandamento (rappresentati dai fratelli Francesco e Pietro Virga, figli del boss ergastolano Vincenzo), della famiglia
mafiosa di Paceco ed esponenti della famiglia mafiosa di Marsala, tra gli arrestati vi sono anche esponenti politici locali, “che si offrivano ai mafiosi, proponendosi come loro punti di riferimento, arrivando, in alcuni casi, addirittura ad affidare loro la gestione, seppur parziale, della propria campagna elettorale”.
“Promesse di posti di lavoro in cambio di voti“, sia per le Regionali del 2017 che per le Politiche del 2018, in cui però è stato sconfitto”, è una delle accuse a carico di Paolo Ruggirello, eletto nel 2012 con il centrodestra ma per poi uscirne nel 2015 e approdare al Pd. Secondo gli inquirenti, avrebbe partecipato a “riunioni riservate” anche con persone ritenute vicine al boss Matteo Messina Denaro. “L’amore della mia famiglia per il nostro territorio affonda le radici nel tempo. Abbiamo sempre creduto nel valore del lavoro e nelle potenzialità di questa terra. L’abbiamo fatto a volte anche con coraggio, ma sempre nella certezza di costruire qualcosa di
importante e duraturo”, diceva un anno fa quando si candidò alle Politiche con i dem ma non fu eletto.
“La mia terra e la mia gente. Sono questi i motori del mio percorso politico da cui ho tratto sempre grandi stimoli e anche una buona dose di coraggio per affrontare nuove sfide. – diceva Ruggirello -Dopo aver prestato servizio come dirigente d’azienda, mi sono buttato a capofitto in questa meravigliosa avventura che mi ha regalato tante
soddisfazioni. Ci sono riuscito grazie al supporto dei miei elettori che ho cercato di rappresentare col massimo impegno, portandone avanti le istanze nei palazzi della politica, e mantenendo con loro un costante filo diretto”.
Ed invece, secondo gli inquirenti, Ruggirello avrebbe “preso parte a Cosa Nostra, quale politico destinatario delle preferenze elettorali fatte confluire da esponenti dell’associazione nel corso di varie consultazioni elettorali”, fornendo “un concreto e specifico contributo per garantire gli interessi del sodalizio mafioso, cui metteva a disposizione – per il tramite di singoli affiliati, con i quali intratteneva rapporti continuativi ed ai quali si rivolgeva anche per questioni personali – l’influenza e il potere derivanti anche dalla sua posizione di deputato regionale dell’Assemblea Regionale Siciliana”.