L’ultima campagna della Kyenge: gli africani vengano a studiare in Italia

1 Mar 2019 15:27 - di Carlo Marini

L’ultima sfuriata di Cécile Kyenge contro il governo italiano riguarda il diritto allo studio dei ragazzi africani. Se gli studenti di Togo e Ghana non riescono a venire nel nostro Paese, per l’esponente dem, la colpa è di Salvini e della maggioranza. È l’ultima singolare tesi dell’eurodeputata eletta in Italia, ma con lo sguardo perennemente rivolto alla sua Africa.

Kyenge: “I giovani del Togo vogliono studiare in Italia”

L’europarlamentare Pd prende spunto da un articolo del quotidiano Avvenire, organo ufficiale dei Vescovi (ormai giornale di riferimento dei cattocomunisti). «Negano l’accoglienza – tuona la Kyenge su Fb – alle persone in difficoltà. Negano il rispetto dei diritti umani, tenendo in ostaggio i migranti sulle navi. Ora negano anche i visti necessari per venire a studiare in Italia».

Alla Kyenge preme di Lawrence e non di Lorenzo

Ecco l’antefatto su Avvenire raccontano la storia strappalacrime di Lawrence, ragazzo togolese di 21 anni che vorrebbe studiare economia aziendale a Parma, a cui l’ambasciata italiana ha negato il visto da studente. «Abbiamo il dovere di superare questa visione chiusa e isolata dell’Italia: un Paese che rifiuta di aprirsi e di accogliere energie e intelligenze provenienti dal resto del mondo è un Paese incapace di progettare futuro, sviluppo e benessere. Facciamo sentire la nostra voce: noi siamo per un’Italia che accoglie e che tutela le persone, tutte le persone, e che le aiuta a realizzare i propri sogni. Siamo convinti che nel fare così, l’Italia crescerà insieme a tutti gli italiani, nativi o immigrati che siano».

La risposta della Farnesina ad Avvenire: “Molti finti studenti africani”

Se Lawrence si fosse chiamato Lorenzo e fosse stato italiano, la Kyenge non lo avrebbe neanche citato. Poco importa alla Kyenge che molti ragazzi italiani siano costretti ad andare all’estero per trovare lavoro. E ancora meno ha cura del fatto che molti, con la scusa del diritto allo studio, diventano immigrati irregolari. Avvenire scrive di avere chiesto conto alla Farnesina, che in una nota fa sapere che relativamente al Ghana, l’ambasciata d’Italia ad Accra «ha applicato oggettivi criteri di controllo volti a contrastare tentativi di elusione della normativa. Ovviamente l’azione dell’ambasciata si pone sempre in linea con l’obiettivo di favorire la mobilità internazionale giovanile e contribuire all’internazionalizzazione del sistema italiano di istruzione superiore». Il problema che la Kyenge non dice è che molti presunti studenti fanno tutto tranne che essere studenti. Ma questo all’europarlamentare eletta in Italia, ma col cuore in Africa, non sembra premere.

Commenti

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  • fanculoeuropa 22 Marzo 2020

    Ma in africa non hanno buone scuole ? Mi pare assurdo vedere Europa come il paradiso in terra quando non è così
    unione europea è piena di problemi e non durerà

  • Ben Frank 2 Marzo 2019

    Eche je frega a Kashetu dei giovani italiani (veri) costretti ad abbandonare il paese, per trovare lavoro? Mica è italiana lei, ma kongolese! Italiana lo è diventata, perché un pirla infojato di voglia di nera se l’è sposata, italiana lo è quando, grazie al partito dentokratico, si può fregare migliaia di euro, per fare la bella (vabbè…) statuina in qualche inutile parlatoio, dove ripete a manetta le sue scemenze terzomondiste. Attenzione: a Kashetu, poi, interessano solo i neri afrikani, di tutti gli altri poveracci che abitano ‘sto porco di mondo, non le frega una buccia di banana!

  • Massimo Steffanoni 2 Marzo 2019

    Perchè non gli mandiamo la KYENGE come insegnante a casa loro.

  • ADRIANO AGOSTINI 2 Marzo 2019

    Applicando il numero chiuso e non calata indiscriminata, perché no? Anzi mi pare molto sensato permettere a un numero da stabilire di studenti africani (ma anche di qualsiasi altra parte del mondo) di venire in Italia (o altri stati europei) a studiare. Bisogna guardare al futuro: più persone colte riusciamo a creare per questi paesi più poveri e migliori saranno le loro condizioni e finalmente potranno camminare con le loro gambe senza venire in Europa a piatire sussidi e mantenimento.Direi che invece è un’idea molto interessante, anzi ottima.