L’Ucraina coccolata dalla Ue continua a violare i diritti umani: espelle giornalisti e intimidisce gli oppositori
L’Ucraina tanto coccolata dall’Unione europea in funzione anti-russa si conferma campione di violazione dei diritti umani e politici contro chiunque sia amico della Russia di Putin. La campagna elettorale del presidente ucraino Petro Poroshenko anticipa una querela contro l’emittente televisiva “1+1” del tycoon Ihor Kolomoisky, che trasmette gli show che hanno reso famoso il comico ora favorito dai sondaggi al primo turno delle elezioni presidenziali di domenica, Volodymir Zelensky. Il leader del Blocco Poroshenko alla Verkhovna Rada Artus Herasymov ha accusato l’emittente tv si diffondere “bugie a livello sistematico” e di fare disinformazione sul presidente uscente in risposta alla vicenda di PrivatBank, la banca di Kolomoisky nazionalizzata nel 2016 per decisione della Banca centrale per proteggere venti milioni di clienti e “mantenere la stabilità finanziaria del Paese”. Una successiva indagine della Banca centrale ha portato alla luce una “frode coordinata e su larga scala” portata avanti dall’allora azionista, per almeno dieci anni. “Il Presidente – proprietario a sua volta di una rete tv, Kanal 5 da cui non si risparmiano le bordate contro Zelensky, ndr – ha deciso di querelare il canale per le bugie sistematiche su larga scala, per diffondere enorme disinformazione ai danni dell’onore e della dignità del candidato alla presidenza e presidente. Ovviamente, Kolomoiski lo fa per vendicarsi dello Stato”, ha scritto.
La verità è che a cinque giorni dall’apertura delle urne in Ucraina per le elezioni presidenziali continuano a dominare gli indecisi che, ponderando la media di tutti i sondaggi effettuati dalle principali organizzazioni di ricerca, sono al 22 per cento (degli aventi diritto al voto che intendono votare). A seguire, il candidato favorito al primo turno rimane il comico Volodymir Zelensky, al 21,2 per cento (sempre secondo la media di tutti i sondaggi). La vera contesa, per il secondo turno di ballottaggio, è quindi fra Petro Poroshenko e Yulia Tymoshenko, il primo al 12,8 e la seconda al 13 per cento. Più nette le percentuali assegnate dall’ultimo sondaggio di Rating che vede Zelensky, 41 anni, professore di storia diventato presidente per la passione con cui arringa i suoi studenti contro la corruzione nella fiction, aumentare il proprio vantaggio al 27,7 per cento dei voti, Poroshenko e Tymoshenko alla pari con 16,4 e 16,6 per cento. “Zelensky rimane il leader”, sottolinea Rating, per cui i sostenitori di Tymoshenko sono da cercarsi soprattutto fra donne e anziani. Ma al secondo turno le chance di Zelenzky diminuiscono. Anche se Vadim Karasyov, direttore dell’Istituto per le strategie globali a Kiev, sostiene che avrà una “buona probabilità di vittoria” con l’aumentare dell’affluenza alle urne.
Ma l’establishment di Kiev è sempre più nervoso: dopo i problemi fatti ad Albano e a Toto Cutugno, due giorni fa il corrispondente della Rai a Mosca Mac Innaro era stato bloccato al suo arrivo, ieri sera, all’aeroporto internazionale di Kiev Boryspil. In Ucraina avrebbe dovuto seguire le elezioni presidenziali di domenica, rende noto l’agenzia russa Tass citando il giornalista italiano. Al controllo passaporti, gli è stato negato l’ingresso nel paese perché, questa la motivazione che gli è stata comunicata, “non è stato in grado di spiegare chiaramente le motivazioni della sua visita in Ucraina”. Innaro aveva già fissato una intervista con il il Patriarca greco ortodosso Sviatoslav Shevchul e stava organizzando una intervista con il presidente uscente e candidato Petro Poroshenko. Inoltre, lo scorso 8 marzo era stato reso noto il divieto all’ingresso in Ucraina del giornalista austriaco Christian Wehrschütz, corrispondente a Kiev della rete televisiva nazionale austriaca Orf, anche in questo caso, le autorità ucraine avevano accusato Wehrschütz di essersi recato in Crimea illegalmente, ovvero senza l’autorizzazione di Kiev, ricorda “La Piattaforma per la promozione della protezione del giornalismo e la sicurezza dei giornalisti del Consiglio d’Europa”.