L’avvocato di Traini: «Luca condanna il gesto, nessun nesso con la strage»
Che c’entra Luca Traini con la strage alle moschee in Nuova Zelanda? Il nome del 28enne di Tolentino, condannato a 12 anni di carcere per la sparatoria a Macerata contro alcuni nordafricani per “vendicare” l’orrore di Pamela Mastropietro, è tornato alla ribalta delle cronache a proposito delle armi usate per la strage in Nuova Zelanda.
«Luca Traini ha rivisto il suo gesto, lo ha stigmatizzato, e conoscendolo, per come sta vivendo e ripensando a quello che ha fatto, sono certo che condannerà questo gesto». A parlare è Giancarlo Giulianelli, avvocato difensore di Luca Traini, che esclude qualsiasi collegamento tra il ragazzo e l’attentato terroristico a Christchurch che ha causato la morte di 49 persone. Il nome di Traini (insieme ad altri) era inciso a mo’ di dedicata sui caricatori dei mitra utiliazzati per la strage nelle moschee in Nuova Zelanda e citato nel manifesto che ha pubblicato online Brenton Tarrant, l’estremista di destra che è stato identificato dalla polizia australiana come il responsabile dell’attacco. «L’accostamento tra la vicenda di Luca Traini e quello che sta accadendo in queste ore in Nuova Zelanda – ha sottolineato l’avvocato – mi sembra fuori luogo, non vedo un nesso se non il riferimento a un’ideologia di destra».