La vendetta di Trump: «La bufala sulla Russia è morta, democratici sbaragliati»
«Dopo tre anni di bugie, manipolazioni e diffamazione, la bufala sulla Russia è finalmente morta». Così Donald Trump ha elettrizzato la folla di sostenitori al comizio, il primo dopo la consegna del rapporto Mueller al ministro della Giustizia William Barr, che ha tenuto in una città del Michigan, Grand Rapids, la stessa dove nel 2016 concluse la campagna elettorale che ebbe nello stato del Mid West una vittoria decisiva. «Il procuratore speciale ha concluso il suo rapporto e non ha trovato collusione né intralcio al corso della Giustizia, l’avrei potuto dire io due anni e mezzo fa, una completa assoluzione», ha detto ancora il presidente mostrando come intende usare questo argomento per rafforzare la base in vista della campagna per la rielezione. Il messaggio con cui Trump punta a risalire nei sondaggi in effetti non corrisponde pienamente alla realtà dei fatti: se Mueller non ha trovato prove di cospirazione, il procuratore non ha fatto una determinazione finale riguardo all’intralcio alla giustizia e l’abuso di potere. È stato il nuovo attorney general a farlo, come ha dichiarato lo stesso Barr nella comunicazione con cui in 4 pagine sintetizza le 300 pagine del rapporto.
Trump: volevano sabotare la volontà del nostro popolo
Ora i democratici chiedono che venga consegnato integralmente al Congresso e reso pubblico, contestando la legittimità dell’operato di Barr che resiste alla pubblicazione integrale. Intanto, però da domenica scorsa Trump ed i suoi alleati stanno usando il memo di Barr per dichiarare vittoria ed attaccare rivali politici e media, ora più che mai accusati di essere fake news. E nel comizio Trump ha suggerito che l’inchiesta è stato un tentativo coordinato di democratici, media e deep state all’interno della comunità di intelligence di rovesciare i risultati elettorali. «Non è stato altro che un losco tentativo di sabotare la volontà del popolo americano», ha detto Trump definendo il Russiagate «un’elaborata bufala tesa a riprendere illegalmente il potere, incastrando americani innocenti». Un riferimento, questo, ai diversi ex consiglieri e collaboratori di Trump che sono stati incriminati ed in alcuni casi condannati nell’ambito dell’inchiesta.