Immondizia, bus, metro: romani in rivolta contro la Raggi, città invasa da volantini di protesta
Cresce la protesta contro Virginia Raggi. Una protesta inesorabile, inarrestabile. A Roma non si vive più. Lo dicono tutti, negli autobus, nei taxi, nelle metropolitane (quando funzionano). Montagne d’immondizia in periferia, la situazione non migliora nei cosiddetti quartiere-bene, tensioni tra i residenti, qui tocca a noi metterla, l’avvertimento rabbioso, sotto casa mia non c’è più spazio, la replica stizzita. Poi i roghi degli impianti Ama, oltre 500 cassonetti dati alle fiamme in nemmeno dodici mesi, il servizio di smaltimento dei rifiuti in tilt. Un disastro targato Cinquestelle. E quel disastro si estende agli autobus, ridotti ai minimi termini, alle stazioni metro chiuse per le scale mobili che hanno paralizzato il centro storico, alle buche aumentare a dismisura.
La rabbia dei residenti contro la Raggi
A tutto questo si aggiunge il problema sicurezza, con le proteste per i campi rom e per i centri di accoglienza. Non sono bastati i cortei, non è bastata la disperazione di chi è costretto a vivere tappato in casa. Per la Raggi va tutto bene, posta su fb interventi minimi che sembrano rivoluzioni. E dà sempre la colpa agli altri, dalle passate amministrazioni al comportamento dei cittadini incivili. In sostanza, lei è l’unica persona che non ha colpa. L’autoassoluzione non serve, negli ultimi giorni a Roma spuntano volantini dappertutto, affissi ai portoni delle case e alle serrande dei negozi: È più grave l’inciviltà di chi sporca Roma buttando l’immondizia per strada o l’assenza di Ama e delle Istituzioni? Ecco, è a questa domanda che la Raggi dovrebbe rispondere. Ma non lo fa. Meglio fa finta di niente.