Il senegalese Sy resta in carcere: «Può colpire ancora». Scattano i controlli su tutti gli scuolabus
È in programma nel pomeriggio di oggi l’interrogatorio in carcere di Ousseynou Sy, l’autista di origine senegalese arrestato dopo aver dirottato un bus con a bordo 51 studenti di una scuola media di Crema. L’autista deve rispondere di sequestro di persona, incendio e strage con l’aggravante del terrorismo. Il senegalese sarà interrogato alla presenza anche dei pm, Alberto Nobili, capo del pool dell’antiterrorismo milanese, e del collega Luca Poniz: i due hanno indicato per la misura in carcere il pericolo di reiterazione del reato, ossia il fatto che l’ormai ex autista di bus, se rimesso in libertà, potrebbe compiere altre azioni dello stesso tenore, anche perché non ha mostrato finora alcun segno di pentimento. Di sicuro, come è scritto nell’ordinanza di custodia cautelare, è stato Sy ad appiccare le fiamme all’interno dell’autobus. La conferma arriva dagli investigatori. A rafforzare questa tesi accusatoria, diversi testimoni riferiscono che aveva un accendino, anche le ustioni che il 47enne ha riportato alle mani.
Oggi, intanto, il ministro degli Interni Matteo Salvini ha annunciato maggiori controlli sulle attività degli scuolabus. «Proprio ieri ho mandato una circolare ai sindaci perché si chieda la fedina penale a chi guida un autobus sperando che non abbia precedenti per abuso sui minori e che non guidi in stato di ubriachezza. In un paese normale bisognerebbe già farlo però il ministro dell’Interno lo ricorda ai sindaci. E veramente un Paese di Scherzi a Parte nel quale a uno che molestava le ragazzine e guidava ubriaco gli fai condurre uno scuolabus», ha detto il leader della Lega durante un comizio in piazza Vittorio Veneto a Matera. «Per i condannati per terrorismo – ha spiegato – il decreto sicurezza prevede che la cittadinanza italiana te la straccio e torni nel tuo Paese a fare quello vuoi o a guidare gli autobus».