Il reddito di cittadinanza parte nel caos, tra file e tentate truffe. E già si parla di slittamento

5 Mar 2019 10:08 - di Giorgia Castelli

Via al reddito di cittadinanza: da domani chi ne ha diritto, potrà presentare domanda per ottenere il sussidio. I primi “bonifici” arriveranno a maggio. L’attesa tra la richiesta e l’erogazione non deve superare i trenta giorni, ma, in fase di prima applicazione, non è da escludere uno slittamento. Ma non è tutto oro quello che luccica. Il rischio caos è dietro l’angolo. Ci sono 1,3 milioni di famiglie che potrebbero farne richiesta e prendere d’assalto gli sportelli dei Caf e delle poste. Il rischio code  è scontato, così come quello delle tentate truffe, come già emerso nei giorni scorsi. Non solo. Nella corsa contro il tempo per issare la bandierina del reddito di cittadinanza si sono accumulati ritardi e incertezze. Per non parlare delle complicazioni. Allo stato attuale, sono pronti soltanto il portale del governo per inoltrare la domanda e il sistema di distribuzione delle RdC Card, su cui viene accreditato il sussidio.

Sul tappeto restano da sciogliere parecchi nodi: il patto per il lavoro (che richiede un ruolo da protagonisti dei centri per l’impiego), piattaforme digitali (per la gestione di patto di lavoro e del piano di inclusione sociale), i nuovi requisiti (introdotti nell’iter di conversione in legge del decreto, ad apertura domande già avviata), le modifiche (che arriveranno con la legge di conversione, che potrebbero richiedere novità procedurali).

Il patto per il lavoro e navigator

La legge prevede che il sussidio venga accompagnato con un patto per il lavoro, che dovrebbe partire entro 30 giorni dal riconoscimento del beneficio, con la convocazione da parte di un centro per l’impiego (comma 5, articolo 4, dl 4/2019) per l’individuazione di un percorso di reinserimento lavorativo e sua messa in pratica. Sono previsti un patto di servizio, attività di formazione, ricerca di lavoro, realizzazione di una piattaforma informatica per il coordinamento dei CpI, l’assunzione dei navigator. E qui la macchina organizzativa è ancora in alto mare. La piattaforma Anpal non c’è, così come il piano di assunzione dei tutor da affiancare ai percettori del Rdc nella ricerca di lavoro.

La legge di conversione

Come se non bastasse, sarà necessario armonizzazione le attuali procedure ed i requisiti con le novità della legge di conversione del decreto. Il testo approvato al Senato, ad esempio, introduce nuove procedure e documentazioni per i cittadini extra-UE, con la necessità di una certificazione consolare su patrimonio e redditi nel paese di provenienza. Ebbene, questo passaggio non è previsto dalla legge attualmente in vigore, per cui le domande che si presentano dal 6 marzo non richiedono questo adempimento. Diventerà, eventualmente, operativo con l’entrata in vigore della legge di conversione, con la macchina già avviata.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *