Il governo cammina sui carboni ardenti. Al Senato si vota su Salvini e Toninelli

18 Mar 2019 12:17 - di Stefania Campitelli

La partita a scacchi tra Lega e 5Stelle sui temi caldi dell’agenda politica si incrocia con un doppio voto al Senato a distanza di 24 ore che metterà a dura prova la tenuta dell’alleanza gialloverde.

Protagonisti il ministro Danilo Toninelli e il vicepremier Matteo Salvini. Sul primo pendono le mozione di sfiducia del Pd e di Forza Italia che saranno votate dall’Aula di Palazzo Madama giovedì 21 marzo. Il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture grillino, campione di gaffe e scivoloni, è sotto accusa per la gestione del dossier sulla Tav tra stop and go e “bugie” raccontate agli italiani. «Il ministro Toninelli — è scritto nella mozione del Pd — avrebbe spudoratamente mentito al Parlamento e al Paese, nonché al governo francese e all’Unione europea, sottoponendo a tutti un’analisi costi-benefici palesemente infondata e ora oggetto di aggiustamenti da parte del presidente del Consiglio». Il testo esprime la sfiducia al ministro e «lo impegna a rassegnare immediatamente le dimissioni» perché il suo comportamento sarebbe «del tutto incompatibile con il ruolo ricoperto». Gli azzurri non sono più teneri. «Il ministro Toninelli si dimetta prim – è il consiglio di Francesco Giro – casomai può lasciare il suo Ministero a bordo dell’auto elettrica bianca che sfoggia, ormai parodia di sé stesso, in un ridicolo spot sui social. Toninelli verrà ricordato come il peggiore ministro della Repubblica italiana, un miscuglio di incapacità, improvvisazione e dabbenaggine. Vada subito via! Un ministro inutile»

Ed è già marcamento a uomo tra Lega e Cinquestelle per tenere in pista Toninelli che potrebbe vedersela brutta se il Carroccio dovesse essere tentato da quache passo falso. Ma il voto sulla sfiducia al ministro dei Trasporti sarà preceduto, proprio 24 ore prima, da un’altra votazione cruciale: il via libera o no al processo Salvini per il caso Diciotti. Mercoledì 20 marzo i senatori saranno chiamati a esprimersi sulla proposta della giunta per le Immunità di non concedere l’autorizzazione a procedere contro il ministro dell’Interno, accusato di sequestro di persona. Una calendarizzazione non casuale che, sostengono i maligni, potrebbe essere dettata dalla filosofia del do ut des perché il governo Conte non subisca nuovi scossoni almeno fino alle europee.

Se per Salvini la suspence è minima, sulla mozione di sfiducia contro Toninelli i numeri dicono che la maggioranza ha un margine risicato (6-7 voti) se le opposizioni fanno fronte comune. Il destino del ministro delle Infrastrutture si giocherà dunque sulle assenze, le missioni, le presenze dei senatori a vita. Con un retropensiero, però, che tormenta i senatori dei Cinquestelle più ostili alla Tav: e se alla fine un incidente di percorso, magari alimentato dal fuoco amico, facesse di Toninelli il perfetto capro espiatorio da offrire alla Lega?

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • MICHELE RICCIARDI 18 Marzo 2019

    18 Marzo 2019 — Io vorrei sapere il perchè, voi siete convinti di essere in democrazia, però, “fuori le idee e vinca la migliore”, non si può dire. Spiegatemelo, se no ho ragione io, da vendere!