I gilet gialli: «Macron ha le ore contate». A spaccare vetrine non erano loro, ma ladri e black bloc

18 Mar 2019 11:44 - di Gianluca Corrente

«La polizia picchia i gilet gialli, ma non alza un dito contro i black bloc che devastano gli Champs-Elysées. L’obiettivo del governo è evidente: mettere in cattiva luce noi e screditarci agli occhi dell’opinione pubblica per salvare Macron. Ma il presidente ha le spalle al muro, ha le ore contate». A parlare in questi termini, all’indomani del sabato nero di Parigi è Christophe Chalençon, esponente dei gilet gialli. «Non siamo noi a spaccare le vetrine, sono i black bloc che ogni volta arrivano in massa. La polizia li lascia fare per far credere che i responsabili siamo noi», aggiunge il 53enne originario della cittadina provenzale di Vaucluse , in un’intervista a QN. «Certo che la condanniamo», risponde quindi Chalençon all’intervistatore che gli chiede se condannino o meno la violenza.

I gilet gialli: noi non ci dondoliamo come pinguini

E poi, incalzato sulla scelta di continuare a manifestare pur sapendo che ogni volta scoppia il caos, risponde: «Che cosa dovremmo fare? Dondolarci al sole come dei pinguini? Manifestare in disparte, nelle campagne, per non disturbare le vacanze sulle nevi del signor Macron? Il movimento è vivo, mentre il governo invece alla frutta. Il fatto che il presidente fosse in vacanza mentre a Parigi bruciavano il Fouquet’s dice molte cose. Sa perché sabato Macron è andato a sciare sui Pirenei?», prosegue. «Perché aveva paura. Aveva fatto schierare centinaia di gendarmi attorno all’Eliseo per proteggersi, ma ha avuto paura lo stesso ed è partito per luoghi più sicuri. Tutti sapevano che la manifestazione di sabato 16 sarebbe stata piuttosto complicata: era scritto su tutti i social». Quanto al consenso in calo da parte della popolazione dopo quattro mesi di manifestazioni, Chalençon è certo: «Questo lo dite voi. La gente è stanca di una politica che favorisce i ricchi e penalizza tutti gli altri; vuole riguadagnare il potere di acquisto perduto, vuole pensioni migliori e tasse meno inique. Queste sono le nostre rivendicazioni, espressione della volontà popolare».

Alliance Police: ad agire anche ladri professionisti

Troppo bravi per essere gilet gialli, troppo determinati per essere dei casseurs. Secondo gli agenti che erano sul posto, l’assalto al negozio di Bulgari al civico 136 degli Champs Eysées non è stata un’azione dimostrativa contro i ricchi e nemmeno un attacco sociale al capitalismo, ma una rapina sapientemente organizzata. Ad agire – come riporta il Messaggero – sarebbero stati dei professionisti che avevano preparato il colpo e scelto con cura anche la data. A confermare l’ipotesi di una rapina sull’onda della manifestazione e non di un esproprio proletario di diamanti, è stato Lois Lecouplier, segretario nazionale del sindacato Alliance Police. «Vedendo come hanno agito, viene da porsi qualche domanda ha detto C’è un gruppo che agisce molto rapidamente e in modo molto professionale, più che dei black bloc, mi sembrano dei rapinatori di mestiere».

 

 

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