I gadget choc contro l’aborto? Gli organizzatori: tanto rumore per nulla
La polemica è divampata subito dopo che è stata diffusa l’immagine di uno dei “gadget” reperibili al Congresso delle famiglie a Verona: una replica in gomma di un feto dentro una busta, accompagnato dal cartoncino con la scritta: “L’aborto ferma un cuore che batte”.
Laura Boldrini ha parlato di “operazione mostruosa”. Le donne del Pd hanno rispolverato l’accusa di Medioevo. Il ministro della Salute M5S Giulia Grillo ha accusato il convegno di essere di “estrema destra”. In pratica il fronte dei critici del congresso ha sbandierato per l’intera giornata il “caso” del gadget choc. In serata gli organizzatori del Congresso hanno replicato spiegando che non si tratta del gadget del Congresso ma di un oggetto distribuito dallo stand dell’associazione Pro-Vita: “Tanto rumore per nulla. Certa stampa non sa a cosa attaccarsi per denigrare il congresso di Verona – recita il comunicato dell’organizzazione – Non esiste alcun gadget del Congresso di Verona. La riproduzione di un feto di 11 settimane è un residuo della vecchia campagna che ha reso famosa l’associazione ‘Pro vita’ e che comprese anche l’affissione del manifesto grande quanto la facciata di un palazzo. Fu creata per aprire un dibattito sulla vita. E sulla vita ci concentriamo”.