«Ha mentito a tutti, se ne deve andare». Il Pd presenta la sfiducia a Toninelli
Il nuovo Pd di Zingaretti spara a zero sulla Croce Rossa prendendo di mira il ministro Danilo Toninelli, un bersaglio facile messo a dura prova dall’Alta velocità Torino-Lione, terreno di scontro frontale tra Lega e 5Stelle. «La vicenda della Tav Torino-Lione è indicativa di come il ministro stia affrontando l’intera materia delle infrastrutture nel nostro Paese». È l’attacco della mozione di sfiducia, annunciata nei giorni scorsi e presentata dal Pd in Senato, primo firmatario il capogruppo a Palazzo Madama, Andrea Marucci. «Ho appena depositato una mozione di sfiducia contro il ministro Toninelli per la sua irresponsabile gestione della Tav», annuncia alla stampa aggiugendo la richiesta alla presidente Elisabetta Casellati l’immediata calendarizzazione. La mozione è firmata anche dai colleghi Malpezzi, Mirabelli, Stefano, Valente, Ferrari, Collina, Bini. È un lungo testo in cui si ripercorrono le tappe della tragi-commedia sulla Tav, la discussione all’interno del governo Lega-M5S, le proposte emerse, come l’ipotesi di un “mini Tav”, giudicata dai dem come «una maldestra exit strategy dalla situazione politica che si è venuta a creare nella maggioranza di governo».
Ma gli attacchi più duri vengono dopo. Dall’evoluzione della vicenda, secondo il Partito democratico, emerge che Toninelli avrebbe spudoratamente mentito al Parlamento e al Paese nonché al governo francese e alla Unione europea sottoponendo all’attenzione di tutti una analisi costi/benefici «palesemente infondata e ora oggetto di aggiustamenti da parte del Presidente del Consiglio. Il suddetto comportamento appare del tutto incompatibile con il ruolo ricoperto», si conclude la mozione sfiducia che chiede le immediate dimissioni.