Gli uomini di Montino sono tutti così? A Fiumicino botte all’oppositore pentastellato

27 Mar 2019 13:57 - di Francesco Storace

Esterino Montino si sbraccia da qualche tempo per ospitare a Fiumicino, dove è sindaco, lo stadio che la Roma vuole realizzare. Approfitta dello scandalo capitolino per “posizionare” la sua città. Ma avrebbe miglior fortuna se puntasse sul pugilato, dove potrebbe vantare anche discrete consulenze nella sua maggioranza.
Stando a quanto denunciato dai Cinquestelle, si discuteva in commissione sull’Iresa e il loro capogruppo, Ezio Pietrosanti, si è trovato di fronte una furia umana: “Prima uno schiaffo, poi la stretta al collo, infine sono stato sbattuto contro una porta e ho a mia volta sbattuto la testa violentemente. Sono profondamente scosso, non pensavo si potesse arrivare a tanto in una sede comunale“.

Il silenzio del sindaco

Dell’aggressore sappiamo solo che è un consigliere di maggioranza, evidentemente arrabbiato per le cose che sosteneva il capogruppo pentastellato.
Ci auguriamo che l’episodio finisca davanti agli inquirenti, perché non può passare sotto silenzio quanto accaduto. Non è solo una questione di democrazia e di solidarietà verso il consigliere grillino, ma anche di trasparenza. Sarebbe importante sapere che cosa ha turbato così tanto l’alleato del sindaco di Fiumicino. Montino, sempre pronto ad usare la parola democrazia per criticare chi lo contesta, finora non ha pronunciato una sola parola di condanna sul gravissimo episodio. Oppure, avrebbe potuto dire che i Cinquestelle si sono inventato tutto. Non dice, Montino, né una cosa né l’altra. Tace.

Che cosa c’è dietro l’aggressione?

Eppure, tra lui e la consorte Monica Cirinnà non si fanno mai mancare la parola per intervenire su tutto. Perché stavolta il silenzio? Che cosa succede a Fiumicino? Vuoi vedere che da uno schiaffo si può arrivare a scoprire qualcosa di molto peggio?
Ecco perché speriamo che la denuncia giudiziaria ci sia per davvero. Non è pensabile che ci si meni in consiglio comunale per una parola di troppo. Sicuramente c’è qualcosa che la pubblica opinione ha il diritto di sapere.

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