Follia di una madre, prende a morsi il figlio perché ha disubbidito
Il morso come punizione di una madre contro il figlio. Fa accapponare la pelle la vicenda di una madre 50enne accusata di maltrattamenti in famiglia e lesioni, aggravate dai futili motivi. La vicenda risalente all’ottobre del 2016 si è conclusa con la condanna della donna, di Napoli ma residente a Ciampino. Secondo le ricostruzioni dell’accusa, rappresentata nell’udienza dal pubblico ministero d’aula Andrea Beccia, la madre, difesa dall’avvocato d’ufficio Lamberto Gazzoli, avrebbe infatti «sottoposto a vessazioni di natura fisica e psicologica il figlio di minore età senza un giustificato motivo». Una vicenda triste riproposta dal Messaggero.
Campionario di torture verso il figlio
La piccola vittima, il figlio di nove anni, in un’occasione, sarebbe stato morsicato sulla guancia per averle disobbedito, cambiandosi da solo i vestiti senza rispettare i suoi ordini. La madre gli avrebbe prima gridato tutta la sua rabbia e poi, come si legge nelle carte processuali, gli avrebbe stretto «la base del collo con entrambe le mani, mentre si trovava a cavalcioni su di lui». Ad accorgersi del livido provocato dal morso, il padre del bambino, che aveva chiesto spiegazioni alla moglie. Lei aveva risposto: «Volevo dargli un bacio ma lui si è girato all’improvviso». L’uomo non aveva creduto alla sua versione, decidendo pertanto di denunciare il fatto.
Torture fisiche e psicologiche
Depressione, ansie, follia: le “torture” della madre – sia psicologiche che fisiche- erano un’abitudine . Un campionario di orrori. Al proprio figlio la madre avrebbe anche vietato di frequentare gli amichetti fuori dall’orario scolastico, lo avrebbe redarguito con tentati strangolamenti e soprusi di varia natura. Secondo le ricostruzioni dell’accusa, leggiamo sul Messaggero, in un’altra circostanza, risalente sempre a tre anni fa, la mamma avrebbe «costretto il figlio a rimanere con lei in casa, stringendolo a sé fortemente e sbattendolo sul letto e a terra». E poi lo avrebbe tirato «per le gambe e per le mani, stringendogli il petto con le mani provocandogli dolore». la donna, consigliata di rivolgersi a specialisti e terapeuti ha più volte rifiutato di sottoporsi a controlli.