Foibe, la Farnesina ha ignorato il Giorno del Ricordo per «ragioni di sensibilità»: la polemica

6 Mar 2019 15:38 - di Alberto Consoli

«Motivi di sensibilità». Questa offensiva motivazione ufficiale ha impedito che al Circolo degli Esteri della Farnesina venisse celebrata la commemorazione del Giorno del Ricordo in memoria delle foibe e in onore dei nostri esuli. Un motivo che fa accapponare la pelle all’ambasciatore Gianfranco Giorgolo, che ha rivelato dalle pagine della Verità un episodio che, pur a distanza di giorni, dimostra come il tema rappresenti ancora una pagina piena di tabù e di ipocrisie sui crimini dei comunisti contro gli italiani. L’ambasciatore,  che da anni si spende in tutte le sedi perché il 10 febbraio sia onorato con il rilievo istituzionale che merita la tragedia dei nostri connazionali, si sofferma su questa grave mancanza passata sotto silenzio. Si stupisce Giorgolo che proprio nel momento in cui Mattarella ha chiuso con ogni negazionismo, «restituendo all’identità della nazione» il capitolo atroce delle foibe, dalla Farnesin sia giunto il gelo. Ricorda l’estensore dell’articolo che una commemorazione ufficiale è uno degli obblighi istituzionali derivanti dalla legge 2004/92.

Una brutta pagina

Per questo sono chiamati in causa il direttore generale della Farnesina, Luigi Vignali e il ministro plenipotenziario Francesco De Luigi. Il ministero degli Esteri ha pertanto «impedito anziché favorire una iniziativa tesa a conservare la memoria di quelle vicende», scrive Giorgolo. «Ma il direttore generale Luigi Vignali , cercando goffamente di giustificarsi adducendo difficoltà organizzative, è giunto a sostenere che “motivi di sensibilità” avrebbero consigliato di agire in tal senso». Un’espressione inaccettabile che fa a cazzotti con quanto affermato dal Capo dello Stato e con la sensibilità umana e storica. L’articolo si conclude con l’auspicio che il ministro Moavero Milanesi – che pure sulle foibe ha pronuncito parole importanti –  rinfreschi la memoria ai due “plenipotenziari” citati, facendo in modo che le sue parole non vengano disattese in modo così imbarazzante e offensivo.

 

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