Finanziamenti delle case farmaceutiche ai medici, il Codacons vuole vederci chiaro: e chiede un’istruttoria

17 Mar 2019 18:25 - di Redazione

Trasparenza per i cittadini-pazienti: è sull’onda di questa linea direttiva che il Codacons ha pubblicato sul suo sito un apposito report stilato sulla base dei dati ufficiali. E allora, si apprende da www.cinquequotidiano.it che alla notizia dedica ampio spazio d’approfondimento, «tra il 2015 e il 2017 le principali 10 case farmaceutiche operanti in Italia hanno versato nelle tasche di 3.044 medici di Roma la bellezza di 59.188.850 euro attraverso finanziamenti e sussidi di vario tipo».

Finanziamenti delle case farmaceutiche ai medici: il Codacons chiede l’apertura di un’istruttoria

E tra le righe del report ufficiale dell’associazione, come anticipato relativamente al biennio 2015-2017, emergono numeri da capogiro: 32.623 tra medici, fondazioni e ospedali, hanno complessivamente percepito in Italia 163.664.432,70 euro. Soldi – riferisce cinquequotidiano.it «versati dalle aziende Abbvie, Almirall, Merck, Msd, Hospira, Pfizer, Pfizer Italia, Pierre Fabre Pharma, Pierre Fabre Italia, GlaxoSmithKline a titolo di accordi di sponsorizzazione, donazioni, viaggi, quote di iscrizione, corrispettivi e consulenze, ecc. Tra questi anche 3.044 medici operanti a Roma»Finanziamenti ora destinati ad essere passati al microscopio dell’Autorità Anticorruzione, attraverso un esposto dell’associazione in cui si chiede trasparenza e si esorta ad aprire una istruttoria sul caso al fine di ricostruire i passaggi e verificare la correttezza delle sovvenzioni, «alla luce della possibile violazione dell’’art. 30 del Codice di Deontologia medica che impone al professionista di “evitare ogni condizione nella quale il giudizio professionale riguardante l’interesse primario, qual è la salute dei cittadini, possa essere indebitamente influenzato da un interesse secondario” nonché di “dichiarare in maniera esplicita il tipo di rapporto che potrebbe influenzare le sue scelte consentendo al destinatario di queste una valutazione critica consapevole.” Il medesimo articolo impone l’assoluto divieto per il medico di “Subordinare il proprio comportamento prescrittivo ad accordi economici o di altra natura, per trarne indebito profitto per sé e per altri.”

Sotto esame la relazione tra le somme ricevute dai medici dalle case farmaceutiche e le prescrizioni dei camici bianchi

Perplessità, quelle che argomentano e giustificano l’apertura di un’istruttoria richiesta dall’associazione, che nell’esposto vengono correlate alla citazione di uno pubblicato l’08.02.2019 sulla rivista americana “The Oncologist” che, nello specifico, ha analizzato la relazione tra le somme ricevute dai medici dalle case farmaceutiche per consulti, viaggi o ad altro titolo, e le prescrizioni redatte dai camici bianchi relative ai farmaci prodotti dalle stesse case farmaceutiche che avevano sborsato tali somme. «I risultati della ricerca – riporta cinquequotidiano nel suo esaustivo servizio – hanno evidenziato l’aumento delle prescrizioni in favore di farmaci prodotti dalle aziende farmaceutiche che avevano erogato i finanziamenti in questione. In particolare – secondo la rivista “The Oncologist” – si è assistito ad un incremento di prescrizioni per il trattamento di quattro diverse tipologie di cancro (carcinoma prostatico, carcinoma renale, carcinoma polmonare e leucemia mieloide cronica)». Risposte che hanno aperto ad ulteriori interrogativi alla base dell’esposto del Codacons che, sul proprio sito, ha «pubblicato l’elenco integrale suddiviso per comune di medici, fondazioni e ospedali di Roma e del Lazio che nel triennio hanno percepito soldi dall’industria del farmaco, affinché ogni cittadino della regione possa verificare in modo autonomo i rapporti tra il proprio medico e le aziende farmaceutiche. Il report in questione è pubblicato alla pagina https://codacons.it/report_medici».

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