Etiopia, chi sono gli otto italiani scomparsi nel disastro aereo. Dolore nel mondo del volontariato

10 Mar 2019 19:57 - di Redazione

Una coppia di Arezzo, un uomo di Bergamo e un assessore siciliano tra le otto vittime italiane del disastro aereo del volo Rt 302 dell’Ethiopian Airlines, precipitato 6 minuti dopo essere decollato da Addis Abeba. A quanto apprende l’Adnkronos, si tratterebbe di tre volontari della Africa Tremila Onlus di Bergamo: il presidente Carlo Spini, la moglie Gabriella, e il tesoriere Matteo Ravasio. I primi due abitano ad Arezzo, il terzo, un commercialista, sarebbe residente a Bergamo. Spini e la moglie sono due cittadini di San Sepolcro, in provincia di Arezzo. Lui medico in pensione dall’ospedale di San Sepolcro, lei infermiera. Lo ha confermato il sindaco, Mauro Cornioli: “Carlo Spini – ha detto con commozione il sindaco – era una persona bellissima che ha lavorato anni nel nostro ospedale. In pensione aveva intensificato il suo amore per l’Africa e con la moglie Gabriella aveva trasmesso alla comunità la sua passione”. Da oltre 10 anni la coppia “collaborava con la onlus bergamasca in cui sono coinvolti tanti medici e infermieri della nostra zona: si tratta di un mondo che avevano stimolato e coinvolto loro. Erano trascinatori, grandi trascinatori”. Nella lista delle vittime italiane del disastro, anche l’assessore ai Beni Culturali della Regione Siciliana, l’archeologo Sebastiano Tusa. Tusa era diretto a Malindi, in Kenya, per una conferenza internazionale promossa dall’Unesco con la partecipazione di archeologi provenienti da tutto il mondo. L’assessore, che era già andato in Kenya lo scorso Natale insieme alla moglie Valeria Patrizia Livigni, era stato chiamato per la sua grande competenza nel settore dell’archeologia marina. Morto nel disastro aereo anche Paolo Dieci, presidente del Cisp, Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei Popoli. Lo confermano fonti dell’organizzazione non governativa. Morta anche una funzionaria italiana del Wfp, il World Food Programme dell’Onu. A quanto si apprende da fonti diplomatiche, i nomi di tutte le vittime italiane del disastro aereo di questa mattina in Etiopia sono: Paolo Dieci, Sebastiano Tusa, Gabriella Viciani, Matteo Ravasio, Maria Pilar Buzzetti, Virginia Chimenti, Rosemary Mumbi, Carlo Spini

Il cordoglio del governtore siciliano Nello Musumeci: “Ho appena ricevuto la conferma ufficiale dell’Unità di crisi del ministero degli Esteri: l’assessore Sebastiano Tusa era sull’aereo precipitato in Etiopia. Sono distrutto. E’ una tragedia terribile, alla quale non riesco ancora a credere: rimango ammutolito. Perdo un amico, un lavoratore instancabile, un assessore di grande capacità ed equilibrio, che stava andando in Kenya per lavoro. Un uomo onesto e perbene, che amava la Sicilia come pochi. Un indimenticabile protagonista delle migliori politiche culturali dell’Isola”, ha detto il presidente della Regione Siciliana. “Grande commozione per la strage di oggi e la perdita tra gli altri anche di due aretini “nostri concittadini. Siamo molto addolorati e colpiti di fronte a una simile tragedia e per la loro perdita”, ha commentato da parte sua il sindaco di Arezzo, Alessandro Ghinelli. “Sono addolorato perché, anche se questa associazione “Africa Tremila” non è una grande onlus, coinvolge tante persone della nostra città, da sempre impegnate a fare del bene. Ovviamente è grande anche il dispiacere per le altre vittime ma il cordoglio per l’associazione bergamasca, da sempre molto sostenuta da Confartigianato, ci coinvolge particolarmente”, dice  il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, commentando la morte di tre volontari della onlus bergamasca. Il Cisp annuncia “con immenso dolore la perdita di Paolo Dieci, uno dei suoi fondatori, uno dei suoi più appassionati soci e più competenti cooperanti, il suo Presidente. Il nostro meraviglioso amico. Il mondo della cooperazione internazionale – si legge sul sito della Ong – perde uno dei suoi più brillanti esponenti e la società civile italiana tutta perde un prezioso punto di riferimento”. “La visione di una società più giusta, coesa, egualitaria, che ha guidato Paolo nel suo impegno in Italia e nel mondo continuerà a guidare il nostro lavoro. Ci stringiamo attorno alla moglie, ai figli e alla famiglia tutta di Paolo e promettiamo loro di continuare ad onorare la sua memoria mettendo in pratica tutto ciò che da lui abbiamo imparato, provando ad avere la sua stessa lucidità nell’analizzare i problemi delle società contemporanee, la sua stessa perseveranza e pazienza nel provare a risolverne almeno una parte, la sua stessa preparazione e competenza nella realizzazione di ogni singola azione, progetto, programma. Oggi -è il testo del messaggio diffuso online- ci sentiamo tutti soli. Da domani, però, ricominceremo a lavorare per affermare i diritti di ogni essere umano in qualsiasi parte del mondo si trovi, così come avrebbe fatto Paolo, con instancabile tenacia”. L’associazione “Africa Tremila” – di cui facevano parte tre delle otto vittime – ha sede a Bergamo, dove è stata fondata nel 1995 come “organizzazione non lucrativa di utilità sociale” e iscritta all’anagrafe delle onlus presso l’Agenzia delle Entrate. “Realizziamo programmi umanitari a breve e medio termine – si spiega nel suo sito – elezione, formazione e impiego di volontari spontanei; attività di formazione in loco di cittadini dei Paesi in via di sviluppo”. Fra i Paesi dove sono attivi progetti della onlus Africa Tremila, oltre al Kenya dove era diretto l’aereo decollato dall’Etiopia e poi precipitato, figurano Eritrea, Sud Sudan, Malawi, Zimbabwe, Congo ma anche nazioni non africane come India e Cuba.

 

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