Erri De Luca stuzzica Salvini: sui latitanti fa solo finta, Battisti è stato rapito
Per uno che, seduto accanto alla brigatista Barbara Balzerani, definì, senza fare neanche una piega, gli anni di piombo «una piccola guerra civile» non c’è da attendersi qualcosa di diverso. E, infatti, Erri De Luca, già responsabile del servizio d’ordine di Lotta Continua negli anni ’70, tiene fede al suo stile picaresco beffandosi dei tentativi dell’Italia di riprendersi dalla Francia i brigatisti latitanti, stuzzicando Salvini e arrivando a sostenere che il killer dei Proletari armati per il comunismo, Cesare Battisti non è stato estradato ma “rapito”.
Erri De Luca: la richiesta dei latitanti alla Francia è solo una finta
«Ogni tanto qualche ministro – a larghi intervalli, certi governi sì, certi governi no – va a bussare ai francesi… – si avventura Erri De Luca ironizzando sui tentativi del governo italiano di far rientrare in Italia gli ex-terroristi riparati in Francia grazie alla dottrina Mitterand – Poi secondo me la Francia non consegnerà nessuno, ma loro la pubblicità se la fanno lo stesso».
«C’è un interesse? – si chiede De Luca – A prendere degli anziani espatriati, può essere che c’è un interesse. Ogni tanto, però, perché per la maggior parte del tempo c’è disinteresse. Poi ogni tanto qualcuno rianima quest’argomento, ma si tratta di convenienze politiche da propaganda del giorno, è solo una finta».
Erri De Luca: quello di Battisti è stato un rapimento, non un’estradizione
Nella sua scorribanda dialettica, Erri De Luca si spinge fino al punto di sostenere che l’arresto in Colombia di Battisti e la sua riconsegna all’Italia è «un rapimento» e non «un’estradizione».
Quanto all’appello che Erri De Luca avrebbe firmato a favore dell’ex-terrorista dei Pac, l’ex-responsabile del servizio d’ordine di Lotta Continua nega la circostanza: «non ho firmato nessun appello, signor no. E’ una falsa notizia che circola, come tante, e la rete ne ha decretato la verità, una sentenza senza appello». Ma questo, secondo De Luca, non cambia nulla: «Regolarmente, diciamo un paio di volte per decennio, in Italia spunta qualcuno che vuole acciuffare dei dispersi, dei fuggitivi all’estero, per usarli come trofeo naturalmente: poterlo esibire, fare la foto con l’ammanettato fa parte della coreografia della messa in scena. Ma – sostiene l’ex-Lotta Continua – nel caso di Battisti si tratta di un rapimento, non di un’estradizione: è stato prelevato in Bolivia, mentre era in attesa di ricevere asilo, e avrebbe dovuto essere riportato in Brasile. Invece lo hanno riportato in Italia perché se lo avessero riportato in Brasile sarebbero incorsi in quella difficoltà che il Brasile ha: non può estradare persone condannate all’ergastolo. Dunque, lo hanno rapito – osserva De Luca – Uno scippo, va, con gli scippatori che sono andati a farsi fotografare con lo scippato». Gli scippatori, per chi non avesse capito il concettuale giro di parole di Erri De Luca, sarebbero, secondo l’interpretazione autentica dell’ex-Lotta Continua, i ministri italiani Salvini e Bonafede.
Quanto al governo verde-giallo, Erri De Luca va giù con la consueta delicatezza: «Io non lo riesco a chiamare nemmeno governo, per me si tratta di un’accozzaglia tra due forze che solo per convenienza si sono messe insieme dopo le elezioni senza avere nulla in comune. Possono continuare ad andare avanti così, insomma, divisi per sempre».