È l’ora dei “nastri gialli”. Gli imprenditori: «600 opere bloccate, non la passerete liscia»

12 Mar 2019 10:33 - di Gabriele Alberti

Non c’è solo la Tav. A far imbufalire gli imprenditori è il blocco dei cantieri, stimato in 600 opere ferme al palo, un lunghissimo elenco di situazioni di degrado, opere pubbliche mai cominciate, o interrotte, scuole fatiscenti, voragini nell’asfalto delle strade cittadine, tratti stradali lasciati degenerare o impantanati nelle sabbie mobili della burocrazia. Per tutto questo spreco e immobilismo molto presto debutterà una clamorosa protesta dell’Ance, l’associazione dei costruttori italiani, che recinterà questi cantieri con qualche chilometro di nastro giallo per delimitarli, evidenziarli, additarli all’opinione pubblica e ai rappresentanti delle istituzioni. Quasi fosse la recinzione di un luogo del delitto. Sarà la l’offensiva dei “nastri gialli”. E’ l’altra faccia della rabbia, quella degli imprenditori grandi e piccoli del nostro Paese, le cui istanze sono state in gran parte ignorate fin’ora dal governo. La manifestazione di piazza prevista è per domenica prossima 17 marzo tra gli imprenditori piemontesi, leggiamo sul Corriere della Sera.

Nastri gialli, gli imprenditori fanno sul serio

I costruttori edili sono inferociti con il governo gialloverde e preparano forme di mobilitazione e protesta inedite, perfino spettacolari, nelle intenzioni. «Con il sito sbloccacantieri.it – racconta il presidente Gabriele Buia – abbiamo già censito quasi 600 opere bloccate, per un valore di 36 miliardi di euro che salgono a 125 se calcoliamo le ricadute sull’intero sistema economico nazionale». Un’inchiesta del Corriere della Sera censisce le circa 600 opere ferme e dà notizia di una mobilitazione per la quale l’associazione dei costruttori richiederà il supporto dei cittadini , distribuendo davanti alle stazioni delle metropolitane  i nastri gialli. Non ci sono soltanto opere infrastrutturali imponenti, dalla Tav Torino-Lione alla Gronda di Genova, dall’autostrada Tirrenica alla terza corsia della Firenze-Pistoia, ma anche opere cosiddette minori: gli ospedali (il Morelli di Reggio Calabria e il Nuovo Ospedale di La Spezia), strade, ponti, tunnel, scuole.

Valore stimato: cento opere sopra i 100 milioni di euro, almeno altre 500 di valore inferiore, fino a quelle piccolissime da decine o centinaia di migliaia di euro. L’Ance che aveva annunciato un protesta, ora è passata alla fase B: la sollecitazione diretta ai cittadini perché segnalino, sempre attraverso il sito sbloccacantieri.it, le situazioni di degrado, di incuria, di cattiva manutenzione di edifici, infrastrutture e opere pubbliche. Sta per partire la protesta, sempre che il governo non compia passi decisivi sulla strada degli investimenti. Il presidente di Confindustria Piemonte, Fabio Ravanelli,  leggiamo sul Corriere –  ha inaugurato una campagna video  ( “la Tav costa 20 miliardi? Palle”)contro le fake news messe in giro dai No-Tav e i cinquestelle: «Dobbiamo sconfiggere le approssimazioni , le semplificazioni, le deliberate falsità  messe in circolo» da chi non ha una visione strategica dell’Italia.

Il sostegno dei cittadini

Gli imprenditori, che vengono da un decennio di crisi  che ha falciato migliaia di imprese ha deciso di intraprendere quella che all’Ance definiscono «una guerriglia  legale» in cui chiedere il sostegno dei cittadini, con raccolta di firme e petizioni che coinvolgeranno famiglie, insegnanti, tecnici. Insomma, gli imprenditori daranno la caccia al consenso popolare, gridando a chiare lettere che l’immobilismo umilia una certa idea dell’Italia. Il governo, o almeno l’anima del “no” targata M5S ne dovrà prendere atto.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *