“È la famiglia il futuro dell’Europa”: imponente corteo chiude il congresso a Verona (video)
Sono diecimila i partecipanti alla “marcia per la famiglia” e “per la vita” partiti da piazza Bra, sotto le mura dell’Arena, a Verona, sulle note di We are family. Una marcia colorata e pacifica che ha concluso la tre giorni del tredicesimo congresso mondiale delle famiglie. I partecipanti, giunti da tutta Italia, anche con treni e corriere, prima del via hanno ascoltato il messaggio finale degli organizzatori: «La famiglia pilastro fondamentale della nostra società deve essere al centro delle politiche dei governi».
Congresso famiglie, il corteo
Il corteo del popolo delle famiglie ha marciato rivendicando «l’eroismo delle mamme e dei papà» che cambiano pannolini e crescono i figli ogni giorno. La tre giorni della kermesse si chiude con i palloncini e le bandiere con i disegni della famiglia tradizionale, rigorosamente composta da mamma e papà. Tra gli slogan della marcia, quelli inneggianti alla “Famiglia futuro dell’Europa”, della “Libertà per la donna di avere figli”, “Abbiamo Gesù nel cuore”. Ma anche le magliette con su stampato “Keep calm and play for family”, “La famiglia è insostituibile”. Massimo Gandolfini, leader del Family Day ha detto: «Dal 1978 a oggi sono stati uccisi sei milioni di embrioni» e ha definito la pratica dell’utero in affitto «vergognosa, criminale, barbara, tribale». «Guardate questa splendida piazza noi siamo per la vita, per la famiglia, per il rispetto di tutte le persone ma chiediamo, se davvero questa è una civiltà democratica, anche noi vogliamo rispetto. Certe offese come dire che “Dio, patria e famiglia è un vita di m… è una cosa che offende innanzitutto chi la pronuncia», ha stigmatizzato.
La Dichiarazione di Verona
La Dichiarazione di Verona, adottata per acclamazione a chiusura della manifestazione, contiene una domanda emersa dal tavolo sulla demografia: «Perché l’Ue prevede fondi salva-stati che, nella pratica sono salva-banche e non istituisce un fondo salva-famiglie?», si sono domandati gli organizzatori del Congresso, Toni Brandi e Jacopo Coghe. La Dichiarazione di Verona prosegue sottolineando «l’urgenza della tutela dei diritti delle donne, dal ricevere valide alternative all’aborto, alla protezione dallo sfruttamento sessuale e dalla pornografia, alla parità di trattamento salariale, fino alla conciliazione tra lavoro e maternità, attraverso più lunghi congedi parentali e – per chi lo desidera – flessibilità, part-time o telelavoro. Le madri che scelgano di dedicarsi esclusivamente ai figli e alla famiglia andrebbero tutelate con una remunerazione adeguata per il lavoro casalingo, laddove lo stipendio del coniuge non sia sufficiente per un’esistenza libera e dignitosa». Ulteriori punti del documento riguardano «il radicale contrasto alla diffusione e alla legalizzazione di ogni tipo di droga e la difesa del diritto dei genitori alla libertà di scelta educativa per i propri figli (art. 26 Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo), specie riguardo la sfera sessuale e l’affettività».