Di Battista dice addio alla politica? «Sono un privato cittadino». Ascesa e declino del Che Guevara de’ noantri

14 Mar 2019 14:26 - di Ezio Miles

Dopo tanto esternare, per Alessandro Di Battista è venuto il momento del silenzio. L’ostracismo che gli hanno decretato contro i suoi  sodali pentastellati gli ha seccato la lingua, «Sono questioni mie, quindi non parlo». Così, a un mese dalla sua ultima apparizione pubblica, Dibba risponde all’inviato di Agorà , su Rai3, Max Brod. Alla domanda del giornalista sul perché del suo silenzio, se fosse imposto o meno, l’esponente grillino  in disgrazia  ha seccamente ribattuto:  «Ti ho detto che non parlo». Infine, alla richiesta del giornalista di rispondere agli attivisti del MoVimento, che si interrogano sul suo silenzio, Dibba ha detto: «Ragazzi, vi chiedo di rispettare, ho delle questioni mie. Quando ero parlamentare della Repubblica ho sempre risposto a tutti, oggi sono comunque un privato cittadino e decidere se rispondere o meno è un mio diritto». Già, «sono un privato cittadino»: Dibba  sta forse per dire addio alla politica?

Schiacciato dai meccanismi della comunicazione politica

E così il povero Di Battista, che fino a qualche tempo fa sembrava l’arma strategica del M5S (da impiegare  nell’infucata campgna per le europee), lui, il giovane volto della (anti)politica, sperimenta sulla sua pelle quant0 possano essere implacabili  i meccanismi della comunicazione politica. Oggi sei al top e, domani, senza neanche sapere perché, ti ritrovi nelle polvere. Sono lontani i tempi in cui una copertina di Panorama lo rappresentò come  un redivivo Che Guevara. L’anno sabbatico in America latina avrebbe dovuto conservare intatta la sua freschezza politica, in modo di rilanciare lui (e il M5S) nella contesa politica. Invece quella lunga assenza lo ha danneggiato. Mentre lui si muoveva sui sentieri del Che, i sui amici, diventati governisti, camminavano sulle tracce di Andreotti..  Così, semza accorgersene, il nostro eroe non ha più capito quale fosse il nuovo Spirito del Tempo pentastellato. E il suo rientro nell’agone politico non poteva che essere un disastro, come effettivamente è stato. Tant’è che negli ultimi  mesi il povero Di Battesti non ne ha azzeccata una. C’è chi dice ora che Dibba scriverà un nuovo libro. Gli auguriamo  una luminosa carriera da scrittore. Attento solo a non scrivere più libri di quanti ne abbia letti.

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