Congo: bande armate, epidemie, fame devastano il Paese più ricco dell’Africa
Epidemie, scontri armati, fame, disordini, profughi e fuggiaschi dappertutto: è il ritratto del Congo di oggi, il Paese più ricco dell’intera Africa. Anche Medici Senza Frontiere ha sospeso le attività mediche nella provincia del Nord Kivu, epicentro dell’epidemia di Ebola in Repubblica Democratica del Congo, a seguito di un nuovo attacco armato, stavolta contro il centro di trattamento Ebola nella città di Butembo, la sera del 27 febbraio. Aggressori non identificati hanno dato alle fiamme alcune aree della struttura e alcuni veicoli. Le fiamme sono state domate, ma le équipe hanno dovuto interrompere immediatamente ogni attività medica. Nel centro, gestito insieme al ministero della Salute congolese, erano presenti al momento dell’attacco 57 pazienti, tra cui 15 casi confermati di Ebola. Questo incidente arriva pochi giorni dopo l’attacco, la sera del 24 febbraio, ad un altro centro di trattamento Ebola di Msf nel vicino distretto di Katwa, che anche in questo caso ha portato alla sospensione delle attività. Msf ha evacuato l’area per la sicurezza del suo staff, in attesa di un’analisi più accurata sui rischi nel continuare a fornire assistenza medica nell’area. ”Questi attacchi alle nostre strutture mediche ci rattristano enormemente. Non mettono in pericolo solo la vita del nostro staff, ma soprattutto quella delle persone più vulnerabili che sono al cuore della nostra risposta: i pazienti” dichiara Hugues Robert, responsabile Msf per le emergenze. “Alla luce di questi due violenti attacchi non abbiamo altra scelta se non sospendere le nostre attività fino a futuri sviluppi. Come medici è molto doloroso essere costretti ad abbandonare i nostri pazienti, le loro famiglie e gli altri membri della comunità in un momento così critico della risposta all’epidemia di Ebola”, aggiunge. Sebbene non ci siano stati feriti, l’attacco al centro di Butembo è stato molto traumatico per i pazienti e lo staff che si trovavano all’interno del Centro durante l’aggressione. Il parente di un paziente è invece deceduto durante l’attacco al centro di Katwa, probabilmente mentre cercava di mettersi in salvo. In questi sette mesi dallo scoppio dell’epidemia di Ebola nelle province del Nord Kivu e dell’Ituri, sono stati registrati 879 casi confermati, 553 persone sono morte. Nonostante la sospensione dei Centri di trattamento a Butembo e Katwa, Msf continuerà tuttavia a gestire le attività legate all’epidemia di Ebola a Kayna e Lubéru, due città del Nord Kivu. Msf gestisce anche due centri di isolamento per l’Ebola nelle città di Bwanasura e Bunia, nella provincia di Ituri. A Goma, Msf supporta le attività di preparazione alle emergenze, rafforzando in particolare il sistema di sorveglianza e garantendo l’adeguato isolamento dei casi sospetti.