Circoncisione in casa, morto un bimbo di 5 mesi. Indagati i due genitori
Un bimbo di soli cinque mesi è morto nella notte tra venerdì e sabato all’ospedale Sant’Orsola di Bologna dove è arrivato venerdì pomeriggio in condizioni disperate a causa di una circoncisione fatta in casa. Il dramma si è consumato a Scandiano, Reggio Emilia, dove il bimbo viveva con la sua famiglia, originaria del Ghana, nella zona centrale della cittadina. Potrebbero essere stati gli stessi familiari ad aver effettuato la circoncisione in modo clandestino e non in una struttura pubblica dove dovrebbe avvenire. I carabinieri che hanno avviato le indagini hanno aperto un’inchiesta per omicidio colposo a carico del padre, di 40 anni, e della madre, di 30 anni. La coppia ha altri tre figli, tutti più grandi del fratellino morto ma comunque minori.
I due genitori si sono presentati con il figlioletto al pronto soccorso dell’ospedale Magati venerdì intorno alle 20. Il bambino era già in arresto cardiaco. I medici hanno tentato disperatamente di rianimarlo, poi, considerata la gravità della situazione, hanno deciso per il trasferimento d’urgenza con l’elisoccorso all’ospedale Sant’Orsola di Bologna, dove il piccolo è arrivato in condizioni disperate. È morto nella notte. La causa del decesso probabilmente è da ricondurre a una emorragia. L’autopsia, che con molta probabilità sarà disposta già nelle prossime ore dal sostituto procuratore Isabella Chiesi, titolare dell’inchiesta, potrà fornire risposte in grado di chiarire questa terribile vicenda. Nei prossimi giorni gli inquirenti ascolteranno i genitori.
Non è il primo caso di circoncisioni clandestine che portano alla morte dei piccoli musulmani o ebrei. Soltanto a dicembre una tragedia simile è accaduta a Monterotondo, alle porte di Roma, in quel caso di trattò di due gemelli: uno è morto, mentre l’altro si è salvato. L’ultimo episodio ha destato nuovo sconcerto tanto che l’associazione dei medici di origine straniera in Italia è tornata a chiedere una legge nazionale “per autorizzare le strutture pubbliche e private ad effettuare le circoncisioni presso gli ospedali con costi accessibili per garantire il diritto alla salute e evitare il canale delle circoncisioni clandestine”. Il Centro islamico culturale d’Italia, noto come la Grande moschea di Roma, invece, ha lanciato un appello ai musulmani in Italia affinché si avvalgano unicamente di strutture sanitarie pubbliche o private per svolgere la circoncisione rituale. L’appello è stato diramato in una nota a firma del segretario generale, Abdellah Redouane, che ha lanciato l’allarme contro le circoncisioni ”fatte in casa o in ambienti tutt’altro che sterili, da persone non qualificate e che mettono a rischio i bambini, spesso piccolissimi, di morte o di malformazioni gravi”.