Chi ha paura della Dottrina sociale della Chiesa?

23 Mar 2019 17:50 - di Fabio Bray
vescovi

L’Osservatorio Van Thuan, rispondendo all’appello di sei associazioni locali, era pronto a iniziare dal 23 marzo, una serie d’incontri formativi denominati: “ La Scuola di Dottrina sociale della Chiesa del Friuli Venezia Giulia”.

La scuola aveva ottenuto il patrocinio della Regione, il presidente del Consiglio regionale, dott. Piero Mauro Zanin avrebbe aperto i lavori.
L’arcivescovo di Udine, Mons. Andrea Bruno Mazzocato, bontà sua, con delle spiegazioni che non hanno convinto l’Osservatorio Van Thuan ha ritirato il suo placet. L’Osservatorio, per amore della Chiesa, si legge nel comunicato diramato (a nostro avviso opinabile oppure supponiamo per essere politically correct) ha scelto di sospendere l’avvio dell’iniziativa, che nelle intenzioni degli organizzatori partirà comunque in autunno prossimo venturo in luogo diverso da Udine…di seguito il comunicato dell’Osservatorio Van Thuan dal titolo: “Sospensione e rinvio della Scuola di Dottrina sociale della Chiesa del Friuli Venezia Giulia”.

L’Osservatorio Cardinale Van Thuân

Sorge spontanea una domanda: “ Chi ha paura della Dottrina sociale della Chiesa? E perché? L’iniziativa nata dalle disparate realtà intrise nelle vene della storia “ dal basso si direbbe in certi ambienti ” ovvero da alcuni Cristiani fedeli Laici riuniti in associazioni e circoli culturali cattolici di Trieste, Udine e Pordenone coordinatesi fra loro, si erano rivolti all’Osservatorio Cardinale Van Thuân per realizzare concretamente la Scuola, fornire un adeguato e valido progetto formativo, tenere le lezioni tramite i suoi docenti / esperti.
Iniziativa di primissimo acchito lodevole. E’ sempre molto positivo quando un gruppo di Fedeli Cristiani Laici avvertono l’impellente necessità di ricevere una formazione di base dottrinalmente fondata sul magistero sociale dei suoi Papi.
Questo modo di procedere – dal basso e laicale – risponde a una esigenza dei tempi. Ha scritto l’arcivescovo Mons. Giampaolo Crepaldi, Presidente dell’Osservatorio Van Thuân: “Credo che i tempi richiedano iniziative dal basso, che non abbiano però l’obiettivo di rimanere circoscritte e isolate, ma che assumano non prospettive di nicchia, ma aperte. Non sono più i tempi degli ordini dall’alto, ma questo non deve comportare la rinuncia ad un quadro completo di pastorale sociale. L’importante è che, pur partendo dal piccolo, ci sia fin da subito la vocazione ecclesiale, un ragionare nella Chiesa e per la Chiesa. Per essere ancora più preciso: penso che in questo momento un posto particolarissimo in questa ripresa dal basso l’abbiano i laici. L’iniziativa deve partire da loro, anche se mi auguro che trovino sacerdoti e Vescovi disposti a dare una mano”. (“La Chiesa e il futuro della pastorale sociale”, Cantagalli, Siena 2017, p. 103.).

Dottrina sociale della Chiesa: le parole di Wojtyla

[…] La Chiesa di per sé non è in grado di cambiare gli assetti politici ed economici del mondo contemporaneo…Deve quindi “ esprimersi a tempo e fuori tempo” 2Tim, 4,2. Deve anche se a volte non è facile, svelare il male, chiamarlo con il suo nome, forse anche scongiurarlo. “ Dabitur vobis in illa hora” ( Mc 10,19) …vi sarà dato! Applichiamolo all’insegnamento sociale!…..Sono contenuti in essa l’amore per ogni bene, la preoccupazione fondamentale a che esso si sviluppi anche fra i rovi e le spine, che gli impediscono di crescere anche quando a volte viene calpestato ( Mc 4,3-20) K. Wojtyla, La dottrina sociale della Chiesa, LUP 2007, pag. 70.

(Dott. Fabio Bray – Dottorando di ricerca in Dottrina sociale della Chiesa)

 

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