Castrazione chimica, il M5S attacca la Lega: «È solo propaganda politica»
Passi la prima, ma la seconda è un’esagerazione. Avranno pressappoco pensato così i vertici del M5s dopo aver letto sul Messaggero l’annuncio del ministro Giulia Bongiorno di un emendamento leghista favorevole ad introdurre la sospensione della pena a favore di chi accettasse di sottoporsi alla cosiddetta castrazione chimica, vale a dire ad un trattamento terapeutico o farmacologico inibitorio della libido. Nel giorno in cui diventava legge la nuova legittima difesa, che non pochi mal di pancia ha causato tra i grillini, l’annuncio della lotta alle violenze sessuali con la castrazione chimica è stato decifrato da Di Maio e compagni come il segnale di una escalation propagandistica a ridosso delle elezioni europee di cui rischiano di essere le uniche vittime.
La castrazione chimica è proposta dal ministro Bongiorno
Da qui il fuoco di fila che sin da questa mattina ha cominciato a crepitare dalle file dei pentastellati. «È chiaro che non voterò un emendamento del genere. E’ una presa in giro dire: “Ti castriamo ma solo se sei d’accordo”. Non è la castrazione chimica lo strumento, ma il carcere e la certezza della pena», attacca la deputata Veronica Giannone. Rincara la dose un altro parlamentare che ha preferito parlare solo se coperto dall’anonimato: «Quello che propongono – ha detto – è solo propaganda politica e come me la pensano decine di miei colleghi». Non è escluso che tra i grillini qualcuno possa lasciare l’aula al momento del voto per protestare contro l’emendamento leghista.
I grillini temono l’escalation di Salvini sui temi della sicurezza
È presto per dire se la castrazione chimica sia destinato a diventare un ulteriore capitolo della guerra fredda in corso tra M5s e Lega. Di sicuro c’è solo che la leadership di Di Maio è sempre meno condivisa e sempre più imputata di eccessiva cedevolezza nei confronti dell’alleato Salvini. Finora, i contrasti tra i due sono stati appianati alla meno peggio ricorrendo al contratto di governo. Ma dalla stipula di quell’accordo sembra passato un secolo e in ogni caso, ora che i rapporti di forza si sono del tutto ribaltati a favore della Lega, non è più su quel documento che si potrà trovare la spinta per poter continuare a governare insieme.