Caso Consip: il Csm condanna il pm Woodcock

4 Mar 2019 19:02 - di Redazione

La sezione disciplinare del Csm ha censurato il pm John Henry Woodcock e ha assolto la collega Celestina Carrano nel processo per il caso Consip. Il pm napoletano è stato condannato solo per uno dei capi di incolpazione, per avere mancato al dovere di riserbo e avere avuto un comportamento gravemente scorretto nei confronti dell’allora capo facente funzione della procura di Napoli, Nunzio Fragliasdo, che lo aveva invitato al massimo riserbo sulla vicenda,  con le dichiarazioni a lui attribuite pubblicate dal quotidiano la Repubblica. Dichiarazioni che lo stesso pm ha detto di avere rilasciato in un colloquio privato con una giornalista amica. Liana Milella gli aveva assicurato che non le avrebbe pubblicate, ma poi non ha mantenuto la promessa.  Su questo punto a Woodcock era anche contestata l’interferenza con i colleghi romani, ai quali poi parte dell’inchiesta era stata trasmessa, accusa da cui è stato assolto.

Woodcock condannato alla sanzione della censura, assolta la pm Carrano

Woodcock è stato anche assolto, insieme con la collega Carrano, per l’altro capo di incolpazione, la violazione dei diritti di difesa nei confronti dell’ex consigliere di Palazzo Chigi Filippo Vannoni, non iscritto nel registro degli indagati e interrogato come teste il 21 dicembre del 2016, senza l’assistenza di un avvocato e con metodi ritenuti lesivi della sua dignità.

L’intervista che è costata a Woodcock la censura del Csm

Caso Consip: accusa e difesa faranno ricorso

«Non sono soddisfatto della sentenza. Mi riservo di valutare l’eventuale ricorso in Cassazione » ha detto il sostituto pg Mario Fresa, che rappresentava l’accusa al processo. «Leggeremo le motivazioni della sentenza, ma ricorreremo sicuramente in Cassazione» ha annunciato, invece, Marcello Maddalena, ex pg di Torino, difensore di Woodcock.

 

Commenti

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  • liberato bonghi 4 Marzo 2019

    Se un poliziotto avesse confidato la stessa notizia ad un giornalista, minimo sarebbe sato soseso dal servizio. La legge è uguale per tutti, ma c’è sempre chi è più eguale.