Ancora violenza nel carcere di Terni. Il Sappe: agenti aggrediti e risse continue, quell’istituto è al collasso

26 Mar 2019 10:05 - di Redazione

Ancora un caso di violenza nel carcere di Terni, cui è seguita la denuncia del Sappe, il sindacato autonomo di Polizia penitenziaria guidato in Umbria da Fabrizio Bonino. 

E’ stato proprio Bonino a spiegare la dinamica di quanto avvenuto: “Ancora un agente di Polizia Penitenziaria aggredito, ancora una volta nell’istituto ternano. Nel tardo pomeriggio di ieri, senza motivo apparente, un detenuto italiano ventottenne ha colpito improvvisamente e ripetutamente al volto l’agente di servizio nella Sezione comuni dove l’uomo è rinchiuso. Giudicabile per omicidio, incendio doloso ed altro, il detenuto non è nuovo ad episodi di danneggiamenti e aggressioni nei confronti del personale. Un detenuto “psichiatrico” che viene gestito in un istituto ordinario. L’agente è stato accompagnato presso il pronto soccorso del locale nosocomio. A Terni si è vissuta l’ennesima situazione folle e assurda. E la situazione ternana, dove il personale di Polizia Penitenziaria in servizio sta protestando da tempo contro la carenza di personale in organico che determina critiche condizioni operative, è particolarmente problematica, aggravata anche da questi episodi violenti e sconsiderati posti in essere da detenuti che sfidano le regole per alterare l’ordine e la sicurezza interna. Tutto ciò è inaccettabile e il Sappe rinnova l’invito all’Amministrazione penitenziaria nazionale e regionale di trovare soluzioni concrete ai disagi ed ai problemi con i quali quotidianamente hanno a che fare le donne e gli uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria di Terni”

Donato Capece, segretario generale del Sappe, esprime apprezzamento e vicinanza al Reparto di Polizia Penitenziaria di Terni”e denuncia: “Quello di Terni è un carcere al collasso. Contiamo ogni giorno gravi eventi critici nelle carceri italiane, episodi che vengono incomprensibilmente sottovalutati dall’Amministrazione penitenziaria. Aggressioni risse, rivolte e incendi sono all’ordine del giorno. Non è un caso che, da quando sono stati introdotti nelle carceri vigilanza dinamica e regime penitenziario aperto, gli eventi critici nelle carceri sono decuplicati. Gli agenti di Polizia Penitenziaria – conclude Capece –  devono andare al lavoro con la garanzia di non essere insultati, offesi o – peggio – aggrediti da una parte di popolazione detenuta che non ha alcun ritegno ad alterare in ogni modo la sicurezza e l’ordine interno, come dimostra quel che è accaduto nel carcere di Terni”.

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