Alla Stazione Termini col tirapugni di ferro: si scatena la violenza di due noti rapper

23 Mar 2019 14:35 - di Gianluca Corrente

Due noti rapper romani, di 23 e 25 anni, Traffik e Gallagher, sono stati arrestati dai carabinieri con l’accusa di rapina aggravata dall’uso di armi ai danni di quattro persone, una delle quali minorenne. I militari hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip presso il Tribunale di Roma su richiesta della locale Procura della Repubblica. Si tratta di due cantanti dello scenario ”Trap” e ”Hip hop” noti a livello nazionale tra i giovani, accusati di aver aggredito, la sera del 23 febbraio scorso, tre ragazzi all’uscita della stazione ferroviaria Roma Termini, utilizzando anche una tirapugni in ferro, tentando di strappare loro i cellulari.

Le vittime avevano chiesto l’autografo ai rapper

Le vittime si erano avvicinate ai due rapper, dopo averli riconosciuti, con l’intento di farsi firmare degli autografi. Ma il loro entusiasmo è stato tradito dalle immediate minacce ricevute, senza preavviso, unite alle violenze fisiche con cui sono stati aggrediti. Con non poche difficoltà erano riusciti a fuggire velocemente a piedi, venendo rincorsi. Durante l’inseguimento, i due aggressori si sarebbero fermati anche a picchiare un cittadino del Bangladesh, di 50 anni, che era in strada ad aspettare l’autobus, riempiendolo di calci e pugni, tentando di sottrarre il cellulare anche a lui, ma non riuscendoci per l’intervento di alcuni passanti. Per scappare dalla furia dei due, lo straniero è finito investito da un’autovettura in transito. Soccorso e trasportato all’ospedale i medici gli hanno riscontrato la frattura della gamba, una volta medicato, è stato dimesso con 30 giorni di prognosi.

Il riconoscimento fotografico da parte degli aggrediti

Le indagini condotte dai Carabinieri della Stazione Roma Macao, competente sul quartiere Castro Pretorio, hanno permesso di ricostruire l’esatta dinamica degli eventi e di identificare i responsabili. In particolare con il riconoscimento fotografico delle vittime e anche del cittadino bengalese, che era stato rintracciato dai Carabinieri, risalendo alla cartella clinica del pronto soccorso, dove era stato accompagnato dall’ambulanza. Il 25enne è stato rintracciato dai militari della Compagnia Roma Centro mentre si trovava all’interno di una barberia del quartiere Parioli. Il suo complice, invece, è stato rintracciato a Novara dai Carabinieri della locale Stazione. I 2 indagati sono stati sottoposti agli arresti domiciliari.

Le parole di Traffik e Gallagher

«A raga’ volete che vi rubiamo il cellulare anche a voi?». Così, a quanto si legge nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Roma Zsuzsa Mendola, il trapper Traffik avrebbe apostrofato uno dei tre ragazzi che si erano avvicinati a lui e all’altro trapper Gallagher per chiedere un autografo, finendo poi aggrediti dai due cantanti il 23 febbraio scorso, all’uscita della stazione Termini. «Traffik e Gallagher si avvicinavano ai tre ragazzi – si legge nel provvedimento – e in particolare Gallagher, afferrando il bavero del cappotto di una delle tre vittime, lo percuoteva violentemente e ripetutamente, intimandogli dammi il tuo cazzo di cellulare. Al contempo Traffik avanzava la medesima richiesta di consegna dei cellulari nei confronti delle altre due vittime (Datemi il vostro cellulare o vi spacco la faccia), estraendo dalla tasca del proprio cappotto e impugnando una noccoliera cd tirapugni di colore nero, che mostrava alle tre persone offese, ribadendo datemi il cellulare. Allo stesso modo, Gallagher estraeva la mano dal proprio cappotto, impugnando una noccoliera di colore nero e tendendo il braccio con l’intenzione di scagliare un pugno a uno dei tre. Impaurite, due delle vittime riuscivano a divincolarsi dalla presa e cercavano di indietreggiare mentre Traffik gridava negro» a uno dei tre, di origini egiziane e di carnagione scura.

Gallagher: «Dichiarazioni infamanti, querelo»

Ricostruzione respinte da Gallagher. «Dichiarazioni infamanti». Il trapper Gabriele Magi, preannuncia querele in relazione, spiega, «agli articoli comparsi sulle principali testate giornalistiche». In particolare, l’artista sottolinea «come la ricostruzione narrata sia frutto unicamente delle dichiarazioni rese dai denuncianti» e aggiunge: «Si rappresenta inoltre, che si tratta di dichiarazioni infamanti e mi riservo sin d’ora, d’intesa con il mio legale, di agire giudizialmente nei confronti di chiunque abbia rappresentato una realtà difforme dal vero e quindi diffamatoria del mio onore, tanto personale quanto professionale».

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