Al Bano: «Su Putin dico quello che penso. È un grande leader e nessuno mi fa cambiare idea»
«Io una minaccia per la sicurezza dell’Ucraina? Ma figuriamoci: io sono una persona normale, che canta. Non ho mai fatto politica». Al Bano replica così alla notizia che il suo nome è inserito in una lista di artisti considerati dall’Ucraina “una minaccia per la sicurezza nazionale”. Ad Al Bano viene rimproverata la sua pubblica ammirazione per Putin e il cantante ribatte «se qualcuno merita di essere nominato in positivo io lo faccio» aggiungendo subito che «non ho mai fatto neanche una dichiarazione contro l’Ucraina. Io porto canzoni di pace e non di guerra e non a caso il brano Libertà è stato inserito tra quelli di maggior successo proprio in Ucraina». «Anni fa – dice ancora Al Bano – mi successe qualcosa del genere con l’Azerbaijan: avevo cantato in una città armena senza sapere del vecchio conflitto tra i due Paesi, ma non avevo cantato contro l’Azerbaijan, avevo solo cantato in Armenia. Poi ci ciano chiariti e ora sono amato anche in Azerbaijan. La mia coscienza, allora come oggi, è libera tranquilla, non ho mai fatto o detto niente contro l’Ucraina. Mi hanno chiesto in tutte le parti del mondo perché vado in Russia e ho sempre risposto che vado perché mi chiamano per cantare, come è normale; poi sulla Russia dico quel che penso senza volere offendere o criticare altri paesi. Passerà anche questa, ci chiariremo, non vedo l’ora di incontrare l’ambasciatore dell’Ucraina in Italia per capire meglio».
La solidarietà di Borghezio
L’inserimento di Al Bano nella black list ha provocato la protesta dell’eurodeputato della Lega Mario Borghezio: «Esprimo totale condanna nei confronti del provvedimento, totalmente illegittimo ed infondato, con il quale l’Ucraina ha decretato l’ostracismo nei confronti di Al Bano, uno fra i migliori rappresentanti della musica leggera e della canzone popolare italiana nel mondo. Farò sentire immediatamente la mia voce a Strasburgo sia in forma scritta che orale ed esprimo fin d’ora totale solidarietà all’artista, noto ovunque come cantore dei sentimenti di pace, fratellanza e libertà».
Ucraina, ecco la black list
Nell’elenco degli artisti a cui viene negato il visto di ingresso in Ucraina pubblicata dal ministero della cultura dall’agosto del 2015, insieme ad Al Bano, ultimo aggiunto lo scorso 6 marzo, compaiono altre 146 persone, fra cui l’attore francese Gerard Depardieu e quello americano Steven Seagal, entrambi fan dichiarati di Vladimir Putin e cittadini onorari russi. Ma anche Yuliya Samoilova, la cantante russa in sedia a rotelle che era stata candidata da Mosca a Eurovision 2017, edizione ospitata proprio in Ucraina, innescando nuove polemiche incrociate fra i due paesi ex fratelli. Colpito dal bando anche il crooner originario del Donbass noto anche come il “Frank Sinatra sovietico” Yosip Kobzon, ora 77enne deputato alla Duma e il suo collega serbo Goran Bregovic. Molti degli artisti considerati come minaccia alla sicurezza nazionale ucraina si sono esibiti in Crimea o ne hanno sostenuto l’annessione alla Russia.