Abruzzo, Marsilio in aula: «I giovani sono l’orgoglio della nostra terra, partiamo da loro»
«Le campagne elettorale sortiscono un effetto “collaterale” che potremmo definire “divisivo”». Nel discorso di insediamento del Consiglio regionale dell’Abruzzo, il nuovo governatore Marco Marsilio ha lanciato immediatamente un appello: «Auspico l’avvio di una nuova fase, in cui le contrapposizioni pregiudiziali, e finanche le diverse appartenenze politiche, sappiano all’occorrenza fare un passo indietro quando saranno in gioco provvedimenti determinanti per il futuro della nostra regione. Se molto ci divide, ricordiamoci che al contempo molto ci unisce, a partire dal primo obiettivo ineludibile: recuperare la fiducia dei tanti abruzzesi che anche stavolta non sono andati a votare, e la dignità dell’impegno politico, che ha un’unica unità di calcolo: la concretezza».
Marsilio: la nostra idea di Abruzzo
Sono quattro i pilastri «su cui intendiamo erigere la nostra idea di Abruzzo: modernizzazione delle infrastrutture, difesa del territorio, valorizzazione dei nostri prodotti e garanzia del benessere delle persone. Un terzo dei nostri giovani, orgoglio della nostra terra, è costretto ogni anno a lasciare l’Abruzzo», ha affermato Marsilio. «Dai dati dello Svimez, in 15 anni sono 200mila i giovani laureati che abbiamo regalato al nord, 30 miliardi di capitale umano che perdiamo, 2 miliardi l’anno, una fuga di talenti che cercheremo di frenare subito, immettendo massicce dosi d’innovazione materiale e immateriale nel sistema-regione, migliorando le produzioni dal lato del valore aggiunto e creando nuove opportunità nell’hi- tech, nell’agroalimentare e nel turismo. Da riformulare sono le politiche sanitarie, anche grazie all’utilizzo diffuso delle nuove tecnologie, e il sistema regionale del welfare, dove le risorse si disperdono sovente in rivoli inefficaci se non clientelari».
Tra “potenza dell’ambizione” e realtà
«Il destino dei programmi di governo è che spesso e volentieri offrono seducenti suggestioni per poi rimanere meri “libri dei sogni”. Sfogliare alcune pagine del passato ci offrirebbe esempi impietosi. Il programma di governo deve avere sì la “potenza dell’ambizione” ma deve restare ancorato alla realtà, caratterizzarsi con proposte fattibili, sostenibili, rilevanti nell’impatto sulla economia e sulla società abruzzesi», ha aggiunto Marsilio. «Le linee guida diverranno azione amministrativa per mezzo del dialogo costruttivo e del confronto partecipato con i consiglieri regionali eletti, chiedendo senza timidezze e reticenze il sostegno dei nostri rappresentati in Parlamento e al Governo del Paese».
La posizione dell’immigrazione
In tema di «inclusione e integrazione sono termini che vanno accolti, coerentemente alle normative nazionali, rispetto agli immigrati regolari, ma non possono essere indiscriminatamente applicati agli irregolari o ad altre situazioni. La politica regionale finora, per quanto di competenza sull’immigrazione, ha seguito una linea confusa e generica che non gestisce le mille problematiche create da questo fenomeno, come se ciò non avesse ricadute sulle politiche sociali, di competenza della Regione. L’orientamento ideologico genericamente “immigrazionista”, tipico della sinistra, e l’inefficiente politica regionale del welfare, che sono andati di pari passo, devono essere rivisti per dare la priorità agli abruzzesi in difficoltà». La conclusione dell’intervento di Marsilio: «È per me un onore assumere la guida della mia Regione, la terra che ha dato i natali ai miei genitori, a tanti uomini e donne che hanno fatto la storia d’Italia nella politica, nella culturale, nelle lotte sociali. Avverto questa grande responsabilità e ripeto a me stesso, prima ancora che a tutti voi, che le speranze dell’Abruzzo quest’oggi sono rivolte a questo consiglio regionale. Sono sicuro che saremo all’altezza del compito».