Vent’anni dopo la sua morte, “Repubblica” omaggia Pinuccio Tatarella e la destra dialogante

7 Feb 2019 9:56 - di Redazione

“Fascista? No, anticomunista”, precisava Pinuccio Tatarella a chi cercava maliziosamente il solito spunto per una polemica sul “nostalgismo”. Un aneddoto che racconta molto di quella capacità del “ministro dell’Armonia” di coniugare stile e furbizia politica senza rinunciare alla propria identità politica. A Giuseppe “Pinuccio” Tatarella oggi “Repubblica” dedica un bel ritratto – a firma di Alessandra Longo – in un articolo di presentazione del convegno della Camera di domani in occasione del ventennale della morte dello storico esponente della destra. Tatarella – ricorda l’articolo – morì a Torino l’8 febbraio del 1999 dopo un intervento al fegato. “Non era il numero due di Alleanza nazionale, ma amava definirsi il numero uno bis”, rispetto alla leadership di Gianfranco Fini. La Camera lo ricorderà domani con un convegno nella sala della Lupa a cui parteciperà anche il capo dello Stato Sergio Mattarella, suo amico ed estimatore. «Eravamo su due fronti opposti in maniera chiara ed inequivocabile, ma ci fidavamo l’uno dell’altro», ha sempre detto il presidente, come ricorda “Repubblica”. «La sua perduta ha pesato non poco nell’impolosione di quel mondo erede di Almirante – scrive la Longo – ma che è stata avvertita ben oltre lo steccato di destra…».

Tra gli aneddoti su Pinuccio, il racconto del suo studio alla Camera dove regnava un disordine incredibile “con i libri a faccia in giù e pile di giornali”, le sue fughe al caffè Giolitti per il babà al rhum. Ma su tutto, le sue idee lungimiranti: oltre il polo, “perché il 65% degli italiani sono di destra”, spiegava Tatarella, che però dialogva con tutti, dai democristiani ai comunisti. «Con lui condividevo l’idea che in politica ci sono interlocutori e non avversari e che la mediazione, lungi dall’essere debolezza, sia l’atteggiamento più intelligente, produttivo e saggio», ha detto spesso Mattarella, che forse ripeterà domani le stesse parole per il suo amico geniale.

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