Ungheria, manifesti con la faccia di Juncker e Soros: “Favoriscono l’immigrazione illegale”

22 Feb 2019 16:13 - di Antonio Pannullo

Il primo ministro ungherese Viktor Orban difende la sua aggressiva campagna elettorale per le europee, in cui accusa la commissione europea di favorire l’immigrazione illegale. “Gli ungheresi hanno il diritto di sapere cosa vuole Bruxelles”, ha detto il leader populista di estrema destra nel suo intervento settimanale alla radio. “Vogliono imporci quote obbligatorie. Vogliono indebolire il diritto degli Stati membri di proteggere i loro confini. Vogliono permettere l’immigrazione con il visto per i migranti”, ha affermato Orban. “L’attuale maggioranza a Bruxelles – ha proseguito – vuole intensificare l’immigrazione, in modo che l’Europa non appartenga più agli europei”. Lo stesso messaggio è stato diffuso in una serie di manifesti, affissi a partire da lunedì, che mostrano assieme il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker e il miliardario americano George Soros, uno degli obiettivi preferiti degli attacchi di Orban. La campagna non è piaciuta alla Commissione Europea che ha parlato di “fake news”. E si è riaperto il dibattito sulla permanenza del partito Fidesz di Orban nel Partito Popolare Europeo, il maggior gruppo del parlamento europeo.

Continua insomma il durissimo confronto tra la Commissione Europea guidata da Jean-Claude Juncker e il governo ungherese guidato da Viktor Orban, entrambi del Ppe. Il gabinetto magiaro ha lanciato una campagna di comunicazione, appendendo manifesti nei quali si sostiene, tra l’altro, che l’Ue avrebbe intenzione di impedire agli Stati membri di proteggere i propri confini, imponendo quote obbligatorie di migranti. “La nostra posizione è molto chiara – ha detto il viceportavoce capo della Commissione Alexander Winterstein – su questa campagna in corso in Ungheria. Ci sono varie affermazioni, che chiariremo. E quello che facciamo: quando le informazioni non sono accurate, noi offriamo informazioni corrette e i fatti”. In merito ai presunti piani della Commissione in materia di visti umanitari, la portavoce per le migrazioni Natasha Bertaud ha fatto una parziale marcia indietro, ricordando che “il Parlamento europeo ha diffuso il suo rapporto non vincolante” sull’argomento “e la Commissione ne ha preso atto. Un rapporto del Parlamento europeo non è la posizione dell’Ue”. “Risponderemo – ha continuato la portavoce – al rapporto del Parlamento europeo, ma l’iniziativa legislativa spetta alla Commissione e attualmente non abbiamo piani di iniziativa legislativa nel campo dei visti umanitari. E ricordiamo che gli Stati membri, Ungheria inclusa, hanno il diritto di parola. Per la Commissione l’ammissione di persone bisognose di protezione internazionale da Paesi terzi è già oggetto di legislazione Ue, in particolare il quadro permanente Ue per il reinsediamento, che rispetta le limitazioni territoriali del sistema comune europeo di asilo”.

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