Tumore, donna di 53 anni operata al cervello da sveglia: l’intervento a Cremona

1 Feb 2019 14:20 - di Redazione

Operata al cervello da sveglia. Primo intervento chirurgico del genere per l’ospedale di Cremona, dove nei giorni scorsi l’equipe di Neurochirurgia diretta da Antonio Fioravanti ha asportato un tumore in una donna di 53 anni lasciandola cosciente durante l’operazione. «Si tratta di una metodica superspecialistica applicata per le aree critiche del cervello (linguaggio, movimento) – ricorda l’Asst in una nota – che vede il paziente collaborante durante la seduta operatoria. Lo scopo è valutare in diretta gli esiti dell’azione del neurochirurgo e ridurre al minimo i rischi dell’intervento stesso». La donna aveva una massa tumorale cerebrale nell’area del linguaggio. «Durante la prima parte dell’intervento – spiega Fioravanti – la paziente è stata sottoposta ad anestesia e svegliata durante l’asportazione del tumore. Questo ci ha consentito di interagire con lei, chiederle di parlare e contare, in modo da poter controllare nell’immediato la comparsa di eventuali deficit».

Operata al cervello da sveglia: 4 ore di intervento

«Una volta completata l’asportazione, la paziente è stata di nuovo sottoposta ad anestesia. L’intervento si è concluso dopo 4 ore. La lesione è stata asportata in modo radicale, senza alcun disturbo collaterale per la paziente che sta bene. Questo intervento – sottolinea il medico – è stato un lavoro di squadra che ha visto coinvolti chirurghi, anestesisti, neurologi, neurofisiologi, infermieri, tecnici di neurofisiologia e neuroradologi. Il lavoro d’équipe è stato straordinario e fondamentale». Per la donna, già dimessa, «è stata un’esperienza positiva. Nonostante l’apprensione dei giorni precedenti all’intervento – racconta – ho affrontato questa avventura con tranquillità. Le spiegazioni del chirurgo rispetto allo svolgimento dell’operazione sono state molto precise. Capire e sapere cosa sarebbe successo è stato un aspetto molto importante per me». Ma cosa è accaduto in sala operatoria? «Ricordo solo le domande dei medici alle quali rispondevo normalmente, quasi come se fossi in un contesto abituale – prosegue la paziente – Ricordo le immagini che mi hanno mostrato chiedendomi di riconoscerle. A chi sta per affrontare un intervento analogo direi di affidarsi ai medici, loro sanno cosa fare».

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