Trapianti, impiantati i primi cuori artificiali wireless. Presto arriveranno anche in Italia
È stato già impiantato su due pazienti con insufficienza cardiaca terminale. Uno dei due, dimesso a poche settimane dall’intervento, «è ritornato a una vita normale con la possibilità di fare sport e anche di nuotare in piscina». L’ultimo “miracolo” della medicina internazionale è un cuore artificiale che si ricarica in modalità wireless, quindi senza cavi o batterie esterne. Si tratta di un dispositivo che promette una nuova vita a chi è in lista d’attesa per i trapianti o, per vari motivi, non può essere trapiantato. L’operazione è stata realizzata ad Astana, in Kazakistan, da una equipe di cui ha fatto parte anche il medico italiano, Massimo Massetti, direttore Area cardiologica Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli Irccs di Roma e ordinario di cardiochirurgia all’Università Cattolica. «I pazienti che sono in lista per trapianto cardiaco o coloro che ne sono esclusi per una qualsiasi causa potranno sperare in una vita pressoché normale senza il legame del cuore artificiale con le batterie esterne e con un rischio di infezioni significativamente ridotto», ha spiegato Massetti, mentre nei risultati della sperimentazione clinica, pubblicati sulla rivista americana Journal of Heart and Lung Transplantation, è spiegato che il dispositivo, la cui tecnologia è stata sviluppata da una azienda israeliana, «è risultato sicuro, con riduzione del rischio di infezioni, e ha un’autonomia di circa 8 ore». La ricarica avviene tramite una cintura che invia corrente alla batteria interna del cuore artificiale e che può essere indossata dal paziente, senza alcun rischio e senza limitazioni di movimento. Il tempo necessario per la ricarica è di circa due ore. Il nuovo cuore artificiale parziale dovrebbe essere disponibile in Italia tra alcuni mesi, non appena saranno completate le certificazioni per la commercializzazione.