Torino, si cerca il killer di Stefano Leo: è un nordafricano pazzo e irascibile. La mamma: «Voglio giustizia»
Lo descrivono come irascibile, forse squilibrato, violento, un immigrato che in zona tutti conoscevano per le sue “imprese” criminali: fisico asciutto, capelli rasati con una coda “rasta”, secondo la moda dei neri giamaicani. Sarebbe lui, un giovane nordafricano senza fissa dimora, l’autore dell’efferato delitto di un ragazzo di Torino, Stefano Leo, 33 anni, aggredito e accoltellato alla gola sabato mattina in cima al viale pedonale di Lungo Po Machiavelli, ai piedi della scalinata che sbuca sopra i murazzi di lungo Po Cadorna. Secondo il quoidiano “La Stampa“, gli investigatori starebbero esaminando accuratamente decine di filmati registrati in quelle ore dalle telecamere di videosorveglianza della rete di sicurezza pubblica . Il nordafricano sarebbe un soggetto molto pericoloso. «La caccia è serrata. Nei dormitori, nelle aree isolate, negli ospedali, nelle stazioni», scrive la cronaca locale del quotidiano torinese. Agghiacciante l’autopsia su Stefano Leo, ucciso da una profonda lesione alla gola: un taglio netto, fatto da una mano sicura, con un coltello a serramanico a scatto, con una lama a doppio bordo affilato, dotato di un ampio manico. «Vogliamo giustizia per Stefano. Chi ha visto si faccia avanti», dice Mariagrazia Chiri, la madre di Stefano Leo, al Corriere della Sera. «Era un ragazzo buono, non mi ha mai dato problemi. Ci sentivamo tutti i giorni, se fosse stato preoccupato me ne sarei accorta».