Tav, trappolone di Toninelli a Salvini: “si consegna” ai francesi per avere il loro “no”
Un dispetto bello e buono a Salvini da parte del ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, visto che ora, a dire l’ultima parola – o comunque avere molta parte nella decisione finale – sul proseguimento o meno della Tav sarà il governo francese. Bello scherzetto, no? Il Ministero delle Infrastrutture ha consegnato l’analisi costi-benefici del progetto Tav Torino-Lione all’esecutivo transalpino. Quello per intenderci che non manca occasione per denigrarci, per farci la morale su tutto, che ci fa i conti in tasca, che ci boccia o ci promuove con la disinvoltura da primi della classe.
«Il Mit ha condiviso con il governo francese, nella persona dell’ambasciatore di Francia in Italia, Christian Masset, l’analisi costi-benefici sul progetto Tav Torino-Lione, come concordato dai Ministri Borne e Toninelli, prima della sua validazione e pubblicazione da parte del governo italiano. È il punto di partenza di un’interlocuzione tra i due esecutivi. A breve sarà fissato un incontro bilaterale». È la nota ufficiale diramata dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti guidato dal Cinquestelle Danilo Toninellli.
Tav, sgambetto a Salvini
La divergenza, per usare un eufemismo, sulla Tav sta diventando un solco profondo tra due filosofie di governo opposte. Da un lato l’analisi dei numeri elaborati dall’anima leghista del governo, dall’altra il “no” netto all’infrastruttura del M5S che su questo punto rischia di giocarsi la faccia con la sua base. Tra l’altro, vasottolineato il dettaglio non proprio secondario che stiamo spendendo 300mila euro per stabilire quanto costa la Tav, tanto ci costa la commissione tecnica di Toninelli, naturalmente tutta di credo no-Tav. Sono i componenti della commissione costi-benefici, specialisti, architetti e professori, nominata dal ministro dei Trasporti.
Ora lo scontro è aperto
Come sappiamo, il viceministro Salvini è fermo nella sua idea che – per dirla in sintesi- “tappare i buchi” sarà molto più costoso che proseguire la galleria. «Cambiare idea ogni tanto è segno di intelligenza, farlo ogni settimana è segno di incertezza. Io il cantiere Tav l’ho visitato, c’è, c’è una galleria lunga sette chilometri sul fronte italiano, e venti su quello francese. Io le gallerie preferisco finirle», aveva ribadito ministro dell’Interno. «Non sono minimamente preoccupato e faremo tutto il possibile perché in Italia si viaggi di più e meglio». Sarà, ma ora che ci sono di mezzo i cugini francesi, non ne siamo così sicuri.
Replica di Salvini
«Io, da vicepresidente del Consiglio che rappresenta gli italiani non ho l’esame costi-benefici della Tav ma pare che ce l’abbiano a Parigi. Questo è abbastanza bizzarro…». Parole fin troppo chiare.