Sventata clamorosa evasione dal carcere di Firenze: marocchino preso sul muro di cinta

10 Feb 2019 19:50 - di Davide Ventola

Ha tentato di evadere dal carcere fiorentino di Sollicciano ma la vigilanza della Polizia Penitenziaria ha scongiurato l’evento. A dare la notizia è il Sindacato autonomo polizia penitenziaria, Sappe. Nel pomeriggio di oggi, intorno alle 14, un detenuto marocchino, arrestato nella giornata di ieri, è stato scoperto nel mentre cercava di arrampicarsi sul muro di cinta. “Solo grazie all’attento e scrupoloso lavoro del poliziotto penitenziario addetto alla sala regia si è evitato una clamorosa evasione – afferma Donato Capece, segretario generale del Sappe – Il collega nell’osservare la sagoma del ristretto che tentava di salire sul muro di cinta ha dato l’allarme e prontamente è stato riacciuffato dal personale intervenuto in forza ed evitato che mettesse piedi fuori dall’istituto”. “E’ necessario rilevare che la struttura penitenziaria fiorentina è priva del servizio di vigilanza armata oramai da anni a causa dell’interdizione, decretata dall’autorità competente, che ha portato alla chiusura totale del muro di cinta – aggiunge Capece – Nonostante il cambio della direzione, avvenuto lo scorso anno, non sembra che vi sia stato il tanto paventato cambio di rotta, anzi i problemi, e non solo quelli strutturali, continuano ad essere sempre gli stessi”.

La denuncia del Sappe: “Il carcere di Firenze è al collasso”

Il Sappe esprime “solidarietà e parole di apprezzamento per la professionalità, il coraggio e lo spirito di servizio dimostrati di poliziotti penitenziari di Sollicciano”. “E’ solamente grazie a loro, agli eroi silenziosi del quotidiano con il Basco Azzurro a cui va il ringraziamento del Sappe per quello che fanno ogni giorno, se le carceri reggono alle costanti criticità penitenziarie – dichiara Capece – Ora bisogna che il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria invii un congruo numero di Agenti di Polizia Penitenziaria per fronteggiare la grave carenza di organico del Reparto, ma una riflessione deve essere fatta sula precaria sicurezza del carcere”. Capece denuncia, fine, il clima che si vive nelle carceri del Paese: ”La situazione all’interno penitenziaria si è notevolmente aggravata rispetto al 2017. I numeri riferiti agli eventi critici avvenuti tra le sbarre delle carceri italiane nell’intero anno 2018 sono inquietanti: 10.423 atti di autolesionismo (rispetto a quelli dell’anno 2017, già numerosi: 9.510), 1.198 tentati suicidi sventato in tempo dalle donne e dagli uomini della Polizia Penitenziaria (nel 2017 furono 1.135), 7.784 colluttazioni (che erano state 7.446 l’anno prima). Alto anche il numero dei ferimenti, 1.159 ferimenti, e dei tentati omicidi in carcere, che nel 2018 sono stati 5 e nel 2017 furono 2. La cosa grave è che questi numeri si sono concretizzati proprio quando sempre più carceri hanno introdotto la vigilanza dinamica ed il regime penitenziario aperto, ossia con i detenuti più ore al giorno liberi di girare per le Sezioni detentive con controlli sporadici ed occasionali della Polizia Penitenziaria. Ed è grave che il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria guidato da Francesco Basentini non sia in grado di mettere in campo efficaci strategie di contrasto a questa spirale di sangue e violenza”.

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