Strage di Bologna: saranno riesumati il 25 marzo i resti di Maria Fresu, una delle vittime

28 Feb 2019 18:54 - di Massimiliano Mazzanti

Riceviamo da Massimiliano Mazzanti e volentieri pubblichiamo:

Caro direttore,

Il processo per la Strage di Bologna riprenderà mercoledì, con la terza e probabilmente ultima audizione dell’imputato, Gilberto Cavallini, ma l’iter dibattimentale, ormai alle sue battute finali, non preluderà a un rapido avvio verso la sentenza, dato che si stanno allungando i tempi concessi per sviluppare appieno le varie perizie disposte dal presidente della Corte d’appello, Michele Leoni. È freschissima la notizia, diffusa dallo stesso perito chiamato a esaminare sia le tracce dell’esplosivo sia i resti di una delle vittime, Maria Fresu, secondo la quale Danilo Coppe procederà all’esumazione di ciò che resta della più misteriosa tra gli uccisi il prossimo 25 marzo. Dunque, è abbastanza facile prevedere come i risultati di queste analisi approderanno in aula non prima del mese di maggio, più verso la fine che verso l’inizio. Come qualcuno ricorderà, Maria Fresu è la donna letteralmente “svanita” a causa dell’esplosione e di cui furono recuperati solo alcuni frammenti di corpo, per la precisione del volto, a lei attribuiti in quanto “non mancanti” a nessun altro dei corpi recuperati e seppelliti nelle ore e nei giorni successivi all’attentato. L’analisi di quei poveri resti, probabilmente, è finalizzata a comprendere che razza di esplosione possa essersi verificata a Bologna, tale da far scomparire un corpo quasi per intero. Un’analisi che mette strana apprensione nel presidente dell’Associazione familiari delle vittime, Paolo Bolognesi, il quale, oltre a non capire il senso di questa analisi, secondo lui inutile, dice di temere “strumentalizzazioni”. In che senso, “strumentalizzazioni”? Come si possono “strumentalizzare” i resti mortali di una persona? Naturalmente, non si può, Bolognesil, però, teme ben altro e, cioè, che quei resti, come è stato già ipotizzato, possano “dimostrarsi” non di Maria Fresu, cioè, di un’altra, ulteriore vittima che, a quel punto, sarebbe quasi certamente uno degli attentatori. Se l’analisi dovesse confermare la possibilità di questo scenario, altro che strumentalizzazione: cadrebbe – e per via scientifica – la ricostruzione “accettata” dell’evento stragista del 2 agosto, imponendo di fatto una revisione generale del processo. Inutile, invece, sempre secondo Coppe, insistere su nuovi carotaggi nell’area del cratere dove fu collocato l’ordigno: secondo il perito – tecnico di chiara fama e autorevolezza riconosciuta ovunque nel Paese -, i tanti lavori di ristrutturazione e ripristino della pavimentazione della sala d’aspetto di seconda classe della stazione di Bologna non consentono più di ottenere risultati scientificamente interessanti e validi.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *