La mafia nigeriana sbarca al Nord. Allarme anche in Emilia. La denuncia di Fratelli d’Italia
Sos mafia nigeriana in Emilia. I tentacoli della mafia nigeriana, la più pericolosa tra le organizzazioni criminali d’importazione, è approdata non da oggi nel territorio emiliano, dopo che il clan dei casalesi e i nigeriani hanno iniziato a fare affari sporchi nel Mezzogiorno. La forte presenza di richiedenti asilo di nazionalità nigeriana nella zona di Ferrara (e in tutta l’Emilia-Romagna) è al centro di un’iniziativa di Fratelli d’Italia che mira a un rapporto stretto tra ministero dell’Interno e l’Assemblea dei Comuni italiani e dà la sveglia alla Regione che brilla per assenza.
In un’interrogazione in question time il consigliere regionale Giancarlo Tagliaferri fa riferimento agli episodi accaduti il 16 febbraio scorso nella zona Gad di Ferrara, dove «alcuni nigeriani hanno rovesciato cassonetti in strada, rivolto minacce e lanciato oggetti contro i poliziotti, per il ferimento di un loro connazionale durante la fuga da un controllo delle forze dell’ordine perché in possesso di stupefacenti». Secondo l’esponente di Fratelli d’Italia l’insediamento della mafia nigeriana in Emilia-Romagna (già rilevato dall’Osservatorio sulla criminalità organizzata dell’università di Milano) è diventato preoccupante e gli «episodi di cronaca legati alle associazioni etniche, agenzie di money transfer usati come copertura per traffici di droga e prostituzione sempre più offensivi».
Il fenomeno, secondo il consigliere, è stato sottovalutato dalla Regione Emilia Romagna e sinora «l’attenzione dedicata alla criminalità nigeriana è del tutto insufficiente». Su sollecitazione di Fratelli d’Italia, il 20 febbraio il governo avrebbe assicurato un rafforzamento di organico nella Questura di Ferrara, ma Tagliaferri chiede alla Giunta «quali ulteriori iniziative intenda assumere per combattere il radicamento delle mafie straniere».
Tagliaferri riporta anche l’esempio della Regione Lombardia che intende «siglare un accordo sulla sicurezza integrata con il Viminale e l’Anci – cornice di riferimento dei patti per l’attuazione della sicurezza urbana a livello territoriale”. Il sottosegretario Gianmaria Manghi nega che la Regione non presti la dovuta attenzione al fenomeno e conferma invece l’impegno sempre attivo a «promuovere ogni possibile misura di prevenzione del crimine organizzato e mafioso, qualsiasi origine esso abbia». Manghi assicura che la Regione Emilia-Romagna ha già concordato un ipotesi di accordo per la promozione della sicurezza integrata tra la prefettura di Bologna e la Regione. Risposta che non soddisfa il consigliere di Fratelli d’Italia.