Per l’arcivescovo Perego le stragi del mare sono le nuove foibe. Ma così si stravolge la storia

13 Feb 2019 10:30 - di Redazione

L’arcivescovo di Ferrara-Comacchio, monsignor Gian Carlo Perego, convinto supporter dello ius soli e direttore della fondazione Migrantes,  nell’omelia della messa che ha celebrato il 10 febbraio in cattedrale in occasione del Giorno del Ricordo, ha definito quello delle foibe “un dramma come altri che hanno segnato gravemente un momento storico del nostro Paese e dell’Europa”. “Non dobbiamo avere mai paura della verità – ha evidenziato mons. Perego –. La verità libera l’uomo, sempre, e lo rende responsabile di ciò che ha fatto, anche dei suoi errori”. Quindi, l’invito a “cercare la verità, anche per non dimenticare, anche quando mette in evidenza i limiti di un sistema politico, economico o sociale”. L’attenzione dell’arcivescovo si è poi soffermata sulla “sofferenza di migliaia di uomini e donne di oggi, come ieri, in fuga, esodati, vittime innocenti di 37 guerre in atto nel mondo e per lo più dimenticate”.  “La verità chiede oggi la ricerca della pace, la giustizia, la tutela delle persone – ha concluso monsignor Perego –. La verità chiede di non dimenticare: di fare memoria delle foibe vergognose di ieri, ma anche di non tacere sui nuovi cimiteri in fondo al Mediterraneo o nei deserti, nelle foreste, nelle grandi periferie delle città al di là del Mediterraneo: sono le nuove foibe di oggi”. Un paragone che estrapola il dramma delle foibe dal suo contesto storico per farne metafora delle atemporali sofferenze delle vittime. Ma allora a cosa servono le giornate della memoria se, invece di ricordare per capire, si ricorda allo scopo di attualizzare il passato strumentalizzandolo?

Non è la prima volta che l’arcivescovo di Ferrara alimenta polemiche. Lo scorso settembre non passò inosservata la presenza all’inaugurazione della mostra fotografica ”NOIdentity – True stories human stories”, curata da Arcigay Ferrara che aveva come tema quello della persecuzione di persone LGBTI migranti o emigrate in Italia.

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