Pedofilia, Bergoglio fa mea culpa: “Dalla Chiesa ingiustificabile disattenzione alle vittime”
Pedofilia e abusi dei religiosi sui minori, un tema delicato e scottante che Bergoglio ha affrontato a tutto campo. Il Papa, all’Angelus, ha parlato del summit organizzato in Vaticano con i capi della Chiesa cattolica per arginare gli abusi sessuali dei preti. “Come sapete, – dice il Papa ricordando a fedeli e pellegrini da tutto il mondo la quattro giorni di summit – il problema degli abusi sessuali nei confronti di minori da parte di membri del clero ha suscitato da tempo grave scandalo nella Chiesa e nell’opinione pubblica, sia per le drammatiche sofferenze delle vittime, sia per la ingiustificabile disattenzione nei loro confronti e la copertura dei colpevoli da parte di persone responsabili nella Chiesa”.
Pedofilia, un problema diffuso in ogni Continente
“Poiché è un problema diffuso in ogni Continente, – spiega – ho voluto che lo affrontassimo insieme, in modo corresponsabile e collegiale, noi Pastori delle Comunità cattoliche in tutto il mondo. Abbiamo ascoltato la voce delle vittime, abbiamo pregato e chiesto perdono a Dio e alle persone offese, abbiamo preso coscienza delle nostre responsabilità, del nostro dovere di fare giustizia nella verità, di rifiutare radicalmente ogni forma di abuso di potere, di coscienza e sessuale”.
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“Vogliamo che tutte le attività e i luoghi della Chiesa siano sempre pienamente sicuri per i minori; che si prendano tutte le misure possibili perché simili crimini non si ripetano; che la Chiesa torni ad essere assolutamente credibile e affidabile nella sua missione di servizio e di educazione per i piccoli secondo l’insegnamento di Gesù. In questo modo – osserva Francesco – sapremo collaborare con tutto il nostro cuore e con efficacia, insieme a tutte le persone di buona volontà e a tutte le componenti e le forze positive della società, in tutti i paesi e a livello internazionale, perché si combatta fino in fondo, in ogni sua forma, la gravissima piaga della violenza nei confronti di centinaia di milioni di minori, bambine e bambini, ragazze e ragazzi, in tutto il mondo”.
Il teatrino della chiesa dovrebbe ricordarsi che non rappresenta nessuna verita’ assoluta. Chiamarsi ministri di Dio significa peccare di alterigia. Le onorificenze, i titoli e l’opulenza non rappresentano il predicato del buon Gesu.
La chiesa non deve fare politica, non deve giudicare e non ha segreti. La chiesa non impone le sue idee, non critica, non lancia anatemi, non minaccia e non assolve perche’ non ne ha nessun diritto. La chiesa dovrebbe solo dare conforto, come hanno fatto personaggi i cui nomi restano indelebili nella storia dell’umanita’. E’ davanti a loro, che senza chiedere nulla in cambio se non la gioia della condivisione dell’amore universale, privilegio a disposizione di chiunque lo cerchi, che bisognerebbe genuflettersi e non davanti a statue e simbolismi.
Troppi non, amico mio