Napoli, riaperta l’inchiesta sulla ragazza volata dal balcone. Non fu suicidio, indagate le amiche
Riaperta dopo 7 anni dall’accaduto l’inchiesta sulla morte di Roberta Scarcella la ragazza di 25 anni di Portici, in provincia di Napoli, deceduta doppo essere volata giù dal balcone di casala notte del 15 dicembre del 2012.
L’inchiesta, archiviata come un caso di suicidio, è invece ripartita (dopo che il Tribunale di Napoli ha accolto l’istanza dei familiari) e ha portato a indagare sulle tre amiche di Roberta che erano con lei quella notte. Erano rientrate insieme da una serata in discoteca in seguito alla chiusura da parte della ragazza del rapporto con il fidanzato. Sono due le ipotesi di reato per le amiche: istigazione al suicidio e omicidio preterintezionale. Mentre ogni ulteriore valutazione su quella notte è affidata ai consulenti della Procura, che hanno depositato le relazioni tecniche oggetto di discussione nell’udienza fissata per il 4 marzo.
In quella relazione dei consulenti c’è una valutazione che potrebbe aprire un ulteriore spiraglio in questa intricata vicenda. Il volo di Roberta dal sesto piano è stato frontale o di spalle? La caduta è compatibile con uno slancio dal balcone o si è lasciata andare? E perché sul pianerottolo era stata ritrovata una scarpa rotta della ragazza? Dubbi, la cui soluzione è fondamentale per gli inquirenti. Se la ragazza aveva interrotto senza alcun problema il suo legame col fidanzato, c’è una frase (pronunciata da una delle amiche) che lascia dubbi nei magistrati: «Il problema non l’ho creato io – disse l’amica di Roberta, come rivelato dal Mattino di Napoli – sono adulta e vaccinnata».