Nanga Parbat, trovata la tenda di Daniele Nardi piena di neve, tracce di valanghe (video)

28 Feb 2019 18:43 - di Roberto Frulli
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Non arrivano notizie confortanti dal Nanga Parbat,  la nona montagna più alta della Terra con i suoi 8126 metri, sulla quale i soccorsi stanno cercando di individuare l’alpinista di Latina, Daniele Nardi e il suo compagno di scalata, l’inglese Tom Ballard, che, che, da domenica, sembrano scomparsi nel nulla e non danno più notizie: l’elicottero che ha portato in quota l’esperto alpinista pakistano Ali Sadpara per ritrovare i due scalatori ha individuato la loro tenda arancione ma l’ha trovata piena di neve. E, tutt’intorno, tracce di valanghe.

La tenda arancione di campo 3 è «invasa dalla neve», ha rivelato l’alpinista pakistano Ali Sadpara. E «nell’area – ha aggiunto lo staff di Nardi – sono state individuate tracce di valanga sul pendio che sta ad indicare la pericolosità della zona. Il tempo si mantiene discreto sotto i 7000 metri e si è in attesa di ricevere ulteriori informazioni fotografiche e video dal campo base e dall’aviazione pakistana».

L’elicottero era salito a 7000 metri e, poi, era sceso a 5500 metri per trovare tracce dei due scalatori scomparsi.

L’aviazione pakistana aveva effettuato in mattinata un volo di ricognizione sopra l’inviolato Sperone Mummery, il vero obiettivo di Daniele Nardi, purtroppo senza trovare tracce degli alpinisti.

L’elicottero era poi  rientrato al più vicino eliporto per fare rifornimento e tornare per una seconda ricognizione. Ed è quella, appunto, nel corso della quale è stata trovata la tenda di Daniele Nardi e Tom Ballard invasa dalla neve.

«La tenda rosso-arancione è stata avvistata a 5500 metri. È quasi completamente coperta di neve. L’ultima posizione nota è 6130 metri. Il terzo campo era 5.700, ma i piloti non hanno trovato tracce», spiegano sulla pagina Facebook di Daniele Nardi che stava riscendendo verso il Campo 3 assieme a Tom Ballard.

I soccorsi a Daniele Nardi e Tom Ballard erano stati rallentati dal contenzioso esploso fra India e Pakistan dopo che due Mig-21 indiani erano stati abbattutti nei cieli del Kashmir e il Pakistan aveva chiuso lo spazio aereo impedendo di decollare all’elicottero che doveva cercare tracce dei due alpinisti.

L’ambasciatore italiano Stefano Pontecorvo era poi riuscito a ottenere l’autorizzazione dall’aeronautica militare pakistana a far decollare da Skardu per il Nanga Parbat il velivolo con a bordo Ali Sadpara e due alpinisti pakistani. Il piano di volo prevedeva una ricognizione visiva sulla parete della montagna «e se necessario e sicuro un intervento da terra – avevano fatto sapere dallo staff di Nardi e Ballard – L’ipotesi del recupero di alpinisti al campo base del K2, acclimatati e tecnicamente in grado di operare anche su difficoltà elevate, è sempre valida e sarà considerata in seguito a questa prima ricognizione».

Domani mattina si tenterà nuovamente di trovare Daniele Nardi  e Tom Ballard utilizzando due elicotteri che decolleranno sempre da Skardu per il campo base del K2 dove saranno caricati quattro alpinisti russi, guidati da Vassily Pivtsov, che oggi si erano resi disponibili a partecipare all’operazione di soccorso sul Nanga Parbat. e che saranno depositati il più vicino possibile a campo 3 dove è stata avvistata la tenda arancione dello scalatore laziale.

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