Massimo Giorgetti spiega come Forza Italia si sta distruggendo al nord e perchè ha scelto Fratelli d’Italia

6 Feb 2019 15:49 - di Antonella Ambrosioni

«Il senso della sfida» anima come non mai Massimo Giorgetti, dirigente politico di razza, consigliere regionale del Veneto, già nella squadra della prima giunta Zaia, che vanta un prezioso radicamento sul territorio, unito a compentenza e senso di responsabilità: il suo passaggio da Forza Italia a Fratelli d’Italia rappresenta un “acquisto” di classe per il partito di Giorgia Meloni. Massimo Giorgetti ci spiega come, perché, su quali basi ha fondato la sua scelta di lasciare Forza Italia.

Massimo Giorgetti, Giorgia Meloni ha definito la sua adesione a FdI «il calcio d’inizio della seconda fase di Fratelli d’Italia in Veneto». Lei è pronto a scendere in partita?

Certo. La mia adesione a FdI non rappresenta solo il ritorno a casa tra amici di antica data con cui condivido valori. La mia è l’adesione a un modo nuovo di fare politica, a un nuovo progetto che da tempo chiedevo al mio partito, soprattutto dopo le elezioni di Marzo, ma dal quale non ho ottenuto risposta.

Il motivo di fondo che l’ha indotta  questo passo definitivo?

Sono partito dalla sfiducia degli italiani alle ultime elezioni politiche verso tutti i partiti cosiddetti tradizionali. Sfiducia che rappresenta un punto di non ritorno. Sfiducia a cui non è stata data una risposta politica alta. A differenza di quanto accadde nel 1994, quando la crisi del vecchio sistema fu interpretato da Alleanza Nazionale e dalla scesa in Campo di Berlusconi, oggi gli altri partiti di centrodestra non hanno saputo intercettare questo disagio. Pertanto ritengo che l’unica risposta concreta all’esigenza di un progetto nuovo e moderno sia rappresentato solo da Giorgia Meloni. Il senso di questa sfida politica mi ha convinto al passo decisivo.

Quale compito si è prefisso?

Creare le condizioni sul territorio di cui ho competenza da anni per coinvolgere sempre più persone e più amministratori su una proposta nuova. A me interessa la progettualità, la concretezza, come sa bene chi mi conosce.

Cosa sta accadendo al Nord nel centrodestra? Il mondo produttivo si è sentito abbandonato e vive un disagio: è così?

E’ così. Il Nord ha sempre visto nella Lega il suo referente “ideologico” per così dire, ma i cittadini del Nord hanno cominciato a diffidare rispetto alla concretezza delle cose fatte. È il partito che deve essere al servizio del territorio e non il territorio utilizzato per finalità diverse. Se da una parte la  Lega ha rappresentato il rinnovamento, dall’altra i ceti produttivi stanno ancora aspettando che vengano rispettate le aspettative create. Da non sottovalutare un dato: i Veneti vogliono il buongoverno. Zaia lo sta interpretando e non è un caso che la Lista Zaia abbia preso più voti della Lega. Per questo credo nella progettualità e nel buongoverno che Fratelli d’Italia sta interpretando in maniera nuova.

Per quanto riguarda il suo partito?

Tre consiglieri regionali su tre hanno fatto scelte diverse. E’ gà una risposta. La mia adesione a FdI segue le scelte fatte da altri consiglieri di FI: da Massimiliano Barison a Elena  Donazzan, che ha una posizione indipendente.

Lei ha chiesto al suo partito un cambio di passo?

Certo, aveva più volte chiesto pubblicamente un congresso fondativo di un nuovo progetto.

Risposta?

Testuale: «FI ha bisogno di servitori e non di creatori di problemi».

 

 

Commenti

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  • Luigi 7 Febbraio 2019

    Ormai i partiti sono come le squadre di calcio, basta esserci. Poltrona e parole. Se interesserebbe risolvere veramente i problemi si terrene conto delle esigenze dei cittadini e aggiornarli quotidianamente degli sviluppi, anziché fare la guerra al governo scelto dagli italiani, perché facendo così si manda in confusione gli italiani.